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Figli "inerti" in ricerca lavoro, Cassazione: padri esonerati da obblighi mantenimento
Azzerato del tutto il sostegno economico erogato dal padre a favore della figlia, ormai trentacinquenne, data la sua assoluta inerzia rispetto alla concreta ricerca di un´occupazione lavorativa.
Lo hanno stabilito i supremi Giudici con Ordinanza n. 22314 del 25 settembre 2017, con la quale è stato revocato l´assegno di mantenimento che il padre versava a favore della figlia.
Il Collegio Giudici, infatti, conformemente a quanto stabilito dai Giudici d´Appello, ha dato una particolare rilevanza al "modus operandi" della giovane che fin dalla maggiore età mai si era attivata per la ricerca di un lavoro esclusivamente per svogliatezza, pur godendo di buone condizioni di salute.
Gli Ermellini condannano l´inerzia della donna, ritenendo del tutto residuale lo "status" economico del padre, definito come ottimale, in sede di giudizio, essendo lo stesso titolare di diversi fabbricati e terreni oltre che di beni acquisiti in via ereditaria.
La ratio "decidendi" del provvedimento impugnato è dunque ravvisabile nella insussistenza delle condizioni per la permanenza dell´obbligo di corrispondere il contributo di mantenimento per la figlia all´esito di una esauriente verifica fattuale in ordine alla complessiva condotta personale da essa tenuta mai volta alla ricerca di un´occupazione lavorativa.
Il genitore interessato, così come richiesto dalla legge, che pone a carico del padre l´onere probatorio, ha dato prova che la figlia è stata posta nelle concrete condizioni per potere essere economicamente autosufficiente, senza averne però tratto utile profitto esclusivamente per sua colpa o per sua scelta; a ciò consegue inevitabilmente l´esonero del padre al versamento dell´assegno a favore della figlia che dovrà, piuttosto, attivarsi per ricercare un´occupazione che le assicuri una certa indipendenza economica.
Avv. Pietro Gurrieri
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