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Io, mamma avvocato discriminata e senza diritti. Giulia e quel "no" di Cassa Forense

Il Comitato dei Delegati di Cassa Forense ha appena approvato il bilancio 2017.
In esso l´Ente continua a sbandierare un avanzo di esercizio di 1 miliardo di euro, pur se rappresentato da crediti verso gli iscritti per massima parte inesigibili (NPL); e continua a decantare il progetto del "welfare attivo" come se fosse uno strumento di tutela assistenziale, mentre noi continuiamo a registrare numerosi casi di rigetto delle istanze di Colleghi in gravi difficoltà economiche e di salute.
Questo sabato parliamo di maternità in Cassa Forense.
Leggiamo negli ultimi dati pubblicati che il reddito medio prodotto dalle donne Avvocato è di circa 23.100 euro, mentre quello degli uomini è di circa 52.700 euro.
Siccome reddito e maternità sono strettamente connessi, risulterebbe che le donne Avvocato subiscono le conseguenze di un welfare che, non tutelando pienamente la maternità, diventa la causa del gap reddituale tra i sessi.
In particolare, l´assenza totale di tutela in caso di gravidanza a rischio non solo discrimina le donne Avvocato rispetto alle donne dipendenti (coperte sin dal secondo mese di gravidanza a rischio), ma le costringe, di fatto, a rinunciare alla maternità per non rinunciare al reddito, ovvero a rinunciare al reddito per non rinunciare alla maternità.
Sotto accusa anche le tempistiche dell´erogazione dell´indennità di maternità (ben oltre i 90 giorni prescritti) ed il sistema dei bandi del cosiddetto "welfare attivo", per cui, anche in ipotesi di gravidanza regolare, la Collega deve sperare di richiedere il relativo contributo prima dell´esaurimento dell´importo previsto dal bando : questo è il criterio del welfare attivo, la priorità della domanda, indipendentemente dall´effettivo bisogno !
Leggiamo insieme la lettera di Giulia, del Foro di Siracusa.
"Sono Giulia Canovaro, avvocato di 34 anni iscritto alla Cassa Forense d´ufficio dal 2014.
A fine novembre, ormai prossima al parto, presento domanda per indennità di maternità, che mi viene erogata solo dopo aver sollecitato molteplici volte, aver fatto formale reclamo, ed infine, aver fatto richiesta sulla pagina facebook di Cassa Forense, a fine aprile (preciso che è stato il mezzo risultato più efficace), ben oltre gli 80/90 giorni previsti per l´evasione della pratica.
Anche mio marito è un avvocato, e si conoscono le difficoltà legate alla professione. Non nego che l´indennità di maternità ci avrebbe aiutato in un momento in cui ho dovuto rallentare con il lavoro.
A gennaio 2018, presento istanza per l´erogazione del contributo di € 1.000,00 per i figli nati, adottati o affidati nel 2017, avendo i requisiti per partecipare, ovvero essere in regola con le prescritte comunicazioni reddituali alla Cassa (modelli 5) e avere dichiarato nel Mod. 5/2017 un reddito netto professionale inferiore a €.40.000,00, come previsto all´art. 4 del bando.
Il bando, inoltre, all´art. 6 prevedeva, che "i contributi sono erogati, fino a esaurimento dell´importo complessivo previsto dal bando, secondo una graduatoria formata nel seguente ordine e in base ai seguenti criteri:
1.domande di iscritti che, per la nascita/adozione/affido di uno o più figli avvenuta nel corso dell´anno 2017, non abbiano percepito o non abbiano diritto a percepire, nell´ambito del proprio nucleo familiare, a qualsiasi titolo, l´indennità di maternità ex artt.70 e 72 D.Lgs. 26.3.2001 n.151, come modificato dall´art.1 L. 15.10.2003 n.289;
2. domande di iscritti i cui figli siano nati nel corso dell´anno 2017, con parto gemellare o plurigemellare, ovvero che abbiano ricevuto più figli in adozione o in affidamento preadottivo nel medesimo anno dal secondo figlio in poi;
3. domande di iscritti che, per la nascita del figlio avvenuta nel corso dell´anno 2017, abbiano percepito l´indennità di maternità ex artt. 70 e 72 D.Lgs. 26.3.2001 n.151, come modificato dall´art.1 L. 15.10.2003 n.289.
Nell´ambito della graduatoria l´ordine di assegnazione è inversamente proporzionale al reddito imponibile prodotto nell´anno 2016 (dichiarazione 2017) dal richiedente e di quello dell´altro genitore coniugato non legalmente separato o convivente calcolato al 50%. In caso di parità di reddito, la precedenza è determinata dal numero dei figli minori e, in caso di ulteriore parità, dalla minore età anagrafica del richiedente".
Il 13 aprile Cassa Forense mi comunica che "con riferimento al bando n. 3/2017 per l´assegnazione di contributi per figli nati, affidati o adottati nell´anno 2017 (art. 6 lett. e del Regolamento per l´erogazione dell´assistenza) ed alla Sua domanda di partecipazione al bando stesso, Le comunico che la Giunta Esecutiva, nella riunione del 09/03/2018, ha deliberato di non poter erogare in Suo favore il relativo contributo per esaurimento dello stanziamento previsto (€ 1.500.000,00). Al riguardo Le segnalo che a fronte di n. 2213 domande di partecipazione pervenute, sono stati erogati n. 1435 contributi, come previsto dal bando, ed il fondo stanziato si è esaurito con il terzo ordine di assegnazione (domande di iscritti che, per la nascita del figlio avvenuta nel corso dell´anno 2017, abbiano percepito l´indennità di maternità ex artt. 70 e 72 D.Lgs. 26.3.2001 n.151, come modificato dall´art.1 L. 15.10.2003 n.289) in corrispondenza di un importo di reddito complessivo pari ad € 20.277,50. Le comunico che, sul sito internet della Cassa www.cassaforense.it, potrà prendere visione della relativa graduatoria".
Io non ho diritto alla corresponsione di € 1.000,00 perché il fondo è esaurito! Chi ha percepito l´indennità di maternità viene discriminato, avendo la precedenza chi non ha percepito o non ha diritto a percepire nell´ambito del proprio nucleo familiare, a qualsiasi titolo, l´indennità di maternità, ex artt.70 e 72 D.Lgs. 26.3.2001 n.151, come modificato dall´art.1 L. 15.10.2003 n.289.
Se analizziamo chi, in base agli artt.70 e 72 D.Lgs. 26.3.2001 n.151, come modificato dall´art.1 L. 15.10.2003 n.289, non ha diritto all´indennità erogata dalla Cassa sono tutti quei colleghi che si trovano in una posizione mista, ovvero svolgono anche attività dipendente, per esempio a scuola, e che quindi, godono, oltre alla maternità erogata dall´Inps o da altro ente previdenziale, anche di tutti quei benefici che a noi, mamme avvocato, sono sconosciuti.
Da qui nasce tutta la mia indignazione, dall´essere discriminate sotto ogni punto di vista. Per le mamme avvocato non c´è alcuna tutela."
Il grado di civiltà di un paese si misura dalle condizioni delle donne (Charles Fourier).
Avvocato Daniela Nazzaro
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