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Ezio, la tua musica è divina. Come le tue parole

Ezio, la tua musica è divina. Come le tue parole

Ezio, non c'è più dal 14 maggio 2020. Lui è Ezio, che è riuscito nel miracolo di saper insegnare, insieme, l'amore per la musica, lo spirito di squadra in un mondo di solitari solisti, la resilienza di fronte all'estrema sofferenza. Lui, Ezio Bossio, fuori dal comune. Da quando, scolaretto, si era innamorato della musica, finendo appena sedicenne per fare la valigia ed emigrare in Francia. Questo figlio di un operaio non è nessuno ma ha talento, facciamolo studiare. Contrabbasso, composizione, direzione d'orchestra. Chamber Orchestra, sono nel mito, Claudio Abbado mi sceglie. Oltre che amico, sarai il mio erede. Sì, la musica è passione, consolazione. Claudio va a suonarla in cielo, Ezio, in suo nome, la porta nei luoghi del dolore, nelle carceri, negli ospedali.

 Se ascolti, potrai guarire, le note sono la terapia per il male. Tanti i modi per celebrare il quarantesimo, per Ezio è l'inizio del calvario, la neoplasia, poi la malattia neurodegenerativa. Sedia a rotelle, non mi arrendo. Rinasco come la Fenice, ora guido l'orchestra del teatro più bello del mondo. Io non mi arrendo, anche se non posso suonare più il piano, anche se non posso più usare le dita, anche se per dirigere l'orchestra devono issarmi dalla carrozzina. Sono un fortunato, in tanti amano stare in mia compagnia. Guarda come sono incantati, mi applaudono pure, si alzano in piedi, tanti come me devono accontentarsi della solitudine. Coronavirus, le luci si spengono, i grandi teatri sbarrano le porte, Ezio è solo. «I miei orchestrali sono i miei fratelli, i miei figli. Ci sentiamo moltissimo ma non è lo stesso».

Io non posso più distendere le braccia per generare l'incanto, apro il cuore, non di me mi preoccupo ma di loro: «Alcuni stanno vivendo un periodo di grande sofferenza, non possono più suonare, non hanno più un reddito». Dopo la disabilità, la prima cosa che farò sarà contemplare il sole, la seconda abbracciare un albero. Ora non ne ho più il tempo, me ne sono appena andato, addio. Dirigerò insieme al mio Maestro la più grande orchestra, quella del Cielo. In fondo, me lo dicevano in tanti: Ezio, la tua musica è divina, le tue parole altrettanto. «Sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con disabilità che non si vedono» 

 

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