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Nel 2012, nel cinquantesimo della morte di Enrico Mattei, avvenuta il 27 ottobre 1962 a Bascapè, in provincia di Pavia, a causa di un "incidente aereo", sul quale viaggiavano anche il pilota, capitano Irnerio Bertuzzi, e il giornalista americano,William McHale, la casa editrice Rizzoli, pubblica questo corposo libro: Enrico Mattei, "Scritti e discorsi. 1945.1962", pagg. 1057. Un vero e proprio archivio storico di un'avventura straordinaria che vide l'Italia, pur non avendo materie prime, accaparrarsi le principali fonti di energie in quei Paesi ovunque si trovassero.
Quindi, è chiaro che questo "incidente" non poteva passare inosservato. Anzi.
Come si potevano dimenticare le numerose battaglie che Mattei, con abilità ed intelligenza, aveva condotto in ogni parte del mondo. Come non sospettare di un intervento di gruppi petroliferi che Mattei era riuscito a "tenere in scacco", nonostante la diversità delle forze in campo.
"Le sette sorelle", espressione coniata negli anni 1940 da Enrico Mattei, - come ci ricorda il Dizionario di Economia e Finanza della Treccani – "per designare il gruppo delle maggiori compagnie petrolifere internazionali che esercitavano un dominio praticamente incontrastato sul mercato mondiale: le statunitensi Exxon, Mobil, Texaco, Standard Oil of California (Socal), Gulf Oil, l'anglo-olandese Royal Dutch Shell e l'inglese British Petroleum. A seguito della nascita e rapida espansione dell'industria del petrolio, queste compagnie avevano creato un cartello che deteneva il controllo mondiale del mercato, fissando prezzi, livelli di produzione e rispettive quote di mercato". Ebbene il nostro Enrico Mattei riuscì, in più di un'occasione, a dare "scacco matto" a questi colossi.
Certo i tempi sono cambiati e le compagnie petrolifere odierne hanno altri problemi di altra natura.
Ma chi era Enrico Mattei. Nato a Acqualagna, nella Marche, nel 1906. Da imprenditore di una ditta di vernici a vice Presidente dell'AGIP; da partigiano, dopo il mese di settembre 1943 a deputato della Democrazia Cristiana dal 1948 al 1953. A presidente dell'Ente Nazionale Idrocarburi (ENI). E proprio per smantellare l'ENI, nell'immediato dopo guerra, era stato chiamato dal governo italiano per disfarsi di questo "carrozzone" ereditato dal fascismo.
Invece, Mattei, comincia a sondare la Pianura Padana dove erano stati trovati giacimenti di gas naturale. E da qui inizia quell'avventura che permetterà all'Italia quella energia per una dignitosa ripartenza dopo la fine del Secondo conflitto mondiale. L'ENI, anzicchè un ente inutile, diventa la struttura che permetterà a Mattei di diventare un vero e proprio "ricostruttore" di un Paese allo sbando. Proprio come oggi!
Roberto Da Rin, scrive il 28 ottobre 2012 sul "Sole 24 ore": "L'Africa e il Medio Oriente, la tecnologia e la ricerca geologica. L'Italia e il Mondo. L'Eni di Enrico Mattei non né solo una società energetica, è il sogno di un Paese migliore capace di proiezione internazionale: 'Post-colonialista'".
Ce n'era abbastanza per creare diffidenze, allarmi, retro pensieri, soprattutto, tenendo conto, che l'aereo di Mattei, quel 27 ottobre era partito dall'aeroporto di Ponte Olivo, nella Piana di Gela, con una breve sosta in quello di Catania.
Si pensò subito ad un intervento della mafia, ci furono indagini, inchieste, un bel film, "Il caso Mattei" del 1972, diretto da Francesco Rosi, con una straordinaria interpretazione di Gianmaria Volonté; una serie televisiva, "L'uomo che guardava al futuro", ma il caso Mattei rimane tra i molteplici "casi irrisolti" di questo nostro Paese. Sembra che qualche pentito di mafia abbia rilasciato delle dichiarazioni che potrebbero permettere una rivisitazione della complicata matassa, che oltre cinquant'anni fa sconvolse non solo l'Italia, ma tutti quei Paesi che avevano visto protagonista Enrico Mattei.
Ma torniamo al libro.
Il libro è diviso in cinque parti, che raggruppano i discorsi ufficiali sulla Resistenza, interventi civili e politici; articoli, discorsi, interviste relativi ai vari momenti delle sue funzioni pubbliche. Tre diverse appendici con degli apparati interessanti su la "Sintesi dei documenti", "Bibliografia dei documenti" e "Indice cronologico dei documenti". Apparati che rendono la lettura meno dispersiva, vista la mole delle pagine.
Una lucida prefazione di PaoloMieli indica, non solo tutti i giovani intellettuali di provata intelligenza chiamati a raccolta da Mattei nel suo grande progetto, ma anche le terrificanti minacce degli ambienti industriali americani.
Scrive Mieli: "Le compagnie petrolifere americane lo avversarono con modalità inaudite. La Standard Oil Company del New Jersey nel gennaio del 1951 mandò proprio in Italia, Ralph B. Bolton, da De Gasperi per minacciarlo. Un mese dopo, per ricordare quelle minacce, Bolton mandò a De Gasperi copia del seguente telegramma che aveva spedito al Ministro dell'Industria Giuseppe Togni" con un'ulteriore minaccia: "… il trattamento preferenziale AGIP verrebbe considerato da azionisti americani quale vera et propria azione di discriminazione non consentita da trattato di amicizia et commercio stipulato nel 1949 fra governo italiano et americano costringendoli chiedere tutela et appoggio autorità Washington", (pagg.8/9).
Appoggi e minacce che non tardarono ad arrivare.
Il testo si avvale di due saggi di grande spessore.
Il primo, Daniele Pozzi, ricercatore, docente di Storia economica e d'impresa all'Università Carlo Cattaneo di Castellanza si occupa di "Enrico Mattei, L'Uomo e l'Azienda". Un saggio che ci consegna un Personaggio straordinario, fuori dal comune.
Scrive Pozzi: "Considerare Enrico Mattei come una sorta di eroe romantico – un po' pirata e un po' mistico visionario – non rende giustizia alla sua figura di imprenditore. Perché Mattei fu soprattutto un grande organizzatore di uomini e di risorse fisiche, in grado di individuare importanti obiettivi strategici e di mettere in movimento una complessa organizzazione aziendale per raggiungerli. […] Mattei non fu quindi l'unico protagonista della nascita del''ENI e della sua prima fase di sviluppo, ma una sorta di catalizzatore, in grado di far convergere in un grande progetto di crescita che non sarebbe mai stato possibile ritrovare in un solo individuo". (pag.11). Quindi Enrico Mattei non fu "un uomo solo al comando", come va di moda ai tempi nostri, ma un grande "catalizzatore" che seppe trarre vantaggio, dopo averle scelte e organizzate, dalle migliori intelligenze che all'epoca offriva alla società italiana.
Il secondo, Valerio Castronovo, accademico, storico e giornalista, si occupa, con un saggio magistrale di "Enrico Mattei ed Eni: l'Italia riparte dall'energia".
Un saggio che inquadra le varie difficoltà, gli ambienti, le situazioni, quasi sempre di estreme complessità e, come se tutto questo non bastasse, doveva anche difendersi dal cosiddetto "fuoco amico", sempre pronto ad intervenire all'interno del proprio partito, la DC.
E pur con la coscienza delle difficoltà, interne ed esterne, con le quali deve quotidianamente confrontarsi, Enrico Mattei mai perse la speranza di un futuro a misura umana, lui che era stato un protagonista nella lotta al nazifascismo. Momenti che aveva sempre presente e che quotidianamente forgiavano i suoi comportamenti.
"Da allora,, una strenua dedizione alla causa del suo Paese e una vigorosa passione civile avrebbe costituito le note dominanti dell'azione di Mattei sia nella vita pubblica ed economica sia sulla scena internazionale. Non si comprenderebbero altrimenti le motivazioni di un impegno così tenace e risoluto come quello di cui diede prova per realizzare quanto gli stava a cuore. Tanto profondamente gli ideali e i propositi di riscatto nazionale maturati durante la Resistenza avevano segnato, insieme alla sua formazione politica, la sua personalità, il suo modo di vedere e di agire", (pag.19).
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Rosario Antonio Rizzo
Dopo il conseguimento del diploma di insegnante di scuola elementare all’Istituto magistrale “Giuseppe Mazzini” di Vittoria, 1962, si reca in Svizzera, dove insegna, dal 1964 al 1975, in una scuola elementare del Canton Ticino.
Dal 1975 al 1999 insegna in una scuola media, sempre nel Canton Ticino e, in corso di insegnamento dal 1975 al 1977 presso l’Università di Pavia, acquisisce un titolo svizzero, “Maestro di scuola maggiore” per l’insegnamento alla scuola media. Vive tra Niscemi e il Canton Ticino. Ha collaborato a: “Libera Stampa”, quotidiano del Partito socialista ticinese; “Verifiche” bimensile ticinese di scuola cultura e società”; “Avvenire dei lavoratori”; “Storia della Svizzera per l’emigrazione”“Edilizia svizzera”. In Italia: “Critica sociale”; “Avanti”; Annali” del Centro Studi Feliciano Rossitto; “Pagine del Sud”; “Colapesce”; “Archivio Nisseno”.