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Don Maurizio, un prete a Caivano: il Vangelo contro la camorra

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 Giuseppe Conte e Maurizio Patriciello. Il primo è andato a trovare il "don" ieri, per abbracciarlo, anche a nome degli italiani perbene.

Un bel gesto, non solo doveroso, una cosa di fortissimo impatto, anche simbolico. Uno spartiacque netto: noi stiamo di qua, quella cloaca di mafiosi, camorristi ed escrementi umani dalla parte opposta. Irriducibilmente distanti, inevitabilmente avversari. 

 Una bomba carta, hanno fatto saltare a don Maurizio. Un botto fortissimo, in piena notte, al Parco Verde di Caivano. Proprio davanti la cancellata della sua parrocchia, "San Paolo Apostolo". Tanto per fugare ogni incertezza, se mai ve ne fosse rimasta qualcuna. Un momento pianificato con cura, le mafie non hanno mai lasciato nulla al caso. Sapevano benissimo che era il suo compleanno, lo hanno fatto apposta. Come a lanciargli un sinistro avvertimento. Il 15 settembre 1993, quando a Brancaccio un "picciotto" incaricato dai Graviano sparò in faccia a don Pino era proprio il giorno del suo compleanno, appena cinquantasei.

 Non gli piace, questo prete, ai camorristi, non gli è mai piaciuto. Come non gli piacevano don Pino Puglisi e don Giuseppe Diana, che era delle sue stesse parti. Gente abituata a educare più che a predicare; e all'occorrenza, a brandire il Vangelo come spada affilata contro mafiosi e camorristi, restando ancorati a "madre terra" per scrivere la buona novella dalla terra di fratello fuoco, per non rassegnarsi all'Apocalisse. Suggestioni spirituali, ma intanto don Maurizio oltre a scriverci tre libri, era pure riuscito a mobilitare i giovani, e recentemente pure a dar vita al "Comitato di liberazione dalla camorra - Area Nord di Napoli". Cosa che, a quegli altri, deve averli fatto incazzare, e basta con questo prete! Dica messa, confessi, si faccia gli affari suoi e ci lasci fare i nostri.

Per questo, l'abbraccio di Giuseppe Conte a don Maurizio mi riempie di gioia, come il messaggio a lui arrivato dal Capo dello Stato. Come i giovani che, questa domenica gli sono stati accanto. Siamo tutti don Maurizio. Sappiatelo: da qui non si passa.

 

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