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Catanzaro, esami con il trucco: praticanti furbetti sorpresi sul fatto e espulsi dall'aula

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 Ci risiamo. L'anno scorso il caso aveva avuto qualcosa di romanzesco, quasi uno Spy Thriller con la figlia, praticante avvocato, a sostenere nella grande aula le prove scritte per l'esame di abilitazione alla professione forense, e la mamma in altra aula adiacente, una sorta di sala d'aspetto, collegata elettronicamente, con un armamentario di walkie talkie da far impallidire un detective, alla prima, nel tentativo di suggerirle le tracce corrette. E con l'irruzione della polizia, l'espulsione della candidata, e le denunce a piede libero della famigliola.

Ma lo sappiamo, l'anno scorso l'esame di abilitazione forense, un po' in tutto il paese, ha riservato delle autentiche sorprese, come anche e soprattutto alla mostra d'oltremare, sede delle prove scritte per gli avvocati del foro di Napoli, dove addirittura, in diretta e nel mezzo di una delle prove scritte, una candidata stava per dare alla luce un bimbo, è in effetti lo ha fatto qualche minuto dopo in ospedale! Il bimbo naturalmente, è stato da noi ribattezzato Caietto, in un articolo memorabile pubblicato su questo portale.

Quest'anno, quindi, nulla di così eclatante, ma comunque sia la vecchia abitudine di qualcuno ad imboccare delle scorciatoie non proprio nel rispetto delle regole, ha registrato un ulteriore episodio presso la Corte d'Appello di Catanzaro, e precisamente al liceo fermi, sede delle prove di esame.

Ben due candidati, infatti, sono stati sorpresi con i rispettivi smartphone, che non erano stati doverosamente consegnati agli ingressi, e la cui presenza è stata probabilmente rilevata attraverso i sofisticati sistemi di schermatura che il Ministero della Giustizia ormai da qualche anno predispone nelle sedi di esame. Strumentazione, ancor più probabilmente, del tutto ignota ai candidati che, difatti, sono stati scoperti sul fatto da alcuni componenti della commissione d'esami, tra cui un cancelliere e un magistrato.

Inutile dire che essi sono stati immediatamente espulsi dall'aula e, fatte salve le più severe conseguenze in ordine a tali comportamenti, dovranno ripetere l'esame tra un anno esatto.

Meritandosi appieno una tale funzione perché è inammissibile che un candidato a vestire un indumento tanto impegnativo, soprattutto dal punto di vista morale, come la toga si renda protagonista di deprecabili comportamenti.

Foto della Gazzetta del Sud

 

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