Di Redazione su Venerdì, 15 Marzo 2019
Categoria: Attualità

Femminicidio Genova, il giudice: "Gamboa faceva pena, non ha infierito con 30 coltellate e si è lasciato catturare"

Fanno discutere le dichiarazioni al Corsera e a La Stampa di Silvia Carpanini, giudice del Tribunale di Genova, che ha riconosciuto ad un uomo l'attenuante della "rabbia e del risentimento" condannandolo a 16 anni, rispetto ai 30 richiesti dal pm, per l'omicidio della compagna. 

"Ci sono omicidi e omicidi, e anche un killer può far pena. Il delitto d'onore non c'entra assolutamente niente". Javier Napoleon Pareja Gamboa, operaio ecuadoriano di 52 anni, è stato, insomma, spinto ad ammazzare la compagna da un "misto di rabbia e di disperazione, profonda delusione e risentimento". "Si tratta del libero convincimento di un giudice, non c'è niente di cui discutere e men che meno c'è da polemizzare", ha replicato al cronista il giudice, che ha proseguito: "Ha vagato per un paio di notti, si è lasciato catturare: per certi aspetti sì, faceva pena. Non ha premeditato per giorni il suo raid, non ha infierito con trenta coltellate come mi è capitato di vedere in altre occasioni molto più truculente". 

 Alla domanda se con questa e altre sentenze (il riferimento è a quella della "tempesta emotiva" di Bologna) si assista ad un ritorno del "delitto d'onore", Carpanini replica: "Ma figuriamoci. A parte che, giuro, non conosco il caso di Bologna, ricordiamoci che è doveroso per un magistrato valutare ogni dettaglio a monte d'un crimine. La legge prevede massimi e minimi di pena, altrimenti per un omicidio faremmo sentenze fotocopia: ergastolo o trent'anni, a prescindere dalla storia. Sarebbe più giusto?"

E le attenuanti generiche? chiede il cronista. La sua, spiega il giudice, altro non fu che una reazione al comportamento della donna:."Questo signore se n'era andato volontariamente in Ecuador proprio per lasciare spazio alle scelte della moglie. Lei lo fa tornare promettendogli un futuro e lui scopre invece che praticamente c'era l'amante in casa. Tutto nel giro di poche ore". Quindi, per Carpanini, si trattò di "dolo d'impeto".