Di Redazione su Venerdì, 05 Maggio 2017
Categoria: Dibattito Politico

Di Matteo: "Un terremoto legge su confisca di beni a corrotti". Il pm: "Memoria Pio La Torre tradita da partiti nati da Pci"

"Sarebbe come la Rognoni-La Torre del 1982". Queste le parole pronunciate dal pm Nino Di Matteo sul ddl che estende la normativa antimafia sulla confisca di beni ai corrotti. Ed ancora: "Sarebbe un terremoto, sono convinto che l´approvazione segnerebbe un momento di svolta nella lotta al sistema criminale integrato come fu epocale l´approvazione della legge La Torre del 1982".

Dopo un periodo di silenzio Nino Di Matteo torna protagonista assoluto della vita pubblica e in particolare del fronte della legalità partecipando a Palermo al convegno di presentazione della legge promossa da Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, già segretario del Partito comunista italiano della Sicilia, ideatore assieme a Virginio Rognoni della legge La Torre-Rognoni e ucciso da Cosa Nostra insieme al suo collaboratore ed autista Rosario Di Salvo, e da Antonino Ingroia, ex suo collega della Dda, e già procuratore capo della Repubblica a Palermo, rilasciando una intervista al Fatto Quotidiano (articolo pubblicato il 3 maggio dal quale sono tratte le espressioni del pm).

"Sarebbe un terremoto perché segnerebbe un momento di svolta allo stesso modo in cui segnò una svolta epocale l´approvazione della legge La Torre del 1982: dalle intercettazioni sappiamo che le ossessioni costanti dei boss erano quelle di abolire o attenuare quell´impianto normativo. Ed era una delle condizioni che Salvatore Riina poneva attraverso il papello per far finire le stragi insieme all´abolizione dell´ergastolo. Per il sistema della corruzione e per la gestione lobbistica del potere questa legge costituirebbe un terremoto capace di sovvertire delicati equilibri criminali fondati sulla garanzia di impunità e sulla valutazione dei costi benefici rischi che fa pendere la bilancia a vantaggio della scelta corruttiva".

"Oggi c´è un tentativo di rivedere al ribasso il sistema delle misure di prevenzione patrimoniali sfruttando abilmente le incrostazioni del sistema che pure devono essere individuate e colpite. Ma ciò non deve costituire lo strumento per depotenziare l´arma delle indagini antimafia", ha detto ancora Di Matteo riferendosi al caso Saguto.

Ha aggiunto ancora: la memoria di La Torre oggi "viene continuamente nei fatti mortificata dalla classe politica, anche da quella che milita nei partiti che sono nati dal vecchio Pci" e, quanto a questo ddl, "Sul sostegno a questo progetto di legge si gioca l´ennesima occasione di riscatto di un ceto politico che ha bisogno di riacquistare credibilità e autorevolezza cominciando a privilegiare l´onestà (...). Resto convinto che estendere la disciplina sulle misure di prevenzione patrimoniali anche ai corrotti segnerebbe una svolta di eccezionale portata".