Per i legali di Bossetti "siamo di fronte a un clamoroso errore giudiziario, si e´ assistito a una sconfitta del diritto". Al contrario, "giustizia e´ fatta" ha commentato uno dei legali di parte civile, Enrico Pelillo, che ha informato i genitori della tredicenne. La famiglia Gambirasio, sobria come dall´inizio di questa tragica vicenda, si e´ limitata a
Una maratona di 15 ore in camera di consiglio per confermare anche in secondo grado la condanna più severa per Massimo Bossetti. Per i giudici della Corte d´assise d´appello di Brescia è lui l´assassino di Yara Gambirasio. Nessuna perizia sul Dna e conferma della condanna all´ergastolo per il muratore di Mapello per l´omicidio della ragazzina di 13 anni uccisa 7 anni fa.
La parte civile: "Giustizia è fatta"
Per uno dei legali di Bossetti, Claudio Salvagni, "siamo di fronte a un clamoroso errore giudiziazio, oggi si e´ assistito a una sconfitta del diritto". Mentre Bossetti dopo la sentenza ha pianto, cosi´ come la moglie, Marita Comi e sua madre Ester Arzuffi. Al contrario, "giustizia e´ fatta!" ha commentato uno dei legali di parte civile, Enrico Pelillo, che ha informato i genitori della tredicenne. La famiglia Gambirasio, sobria come dall´inizio di questa tragica vicenda, si e´ limitata a ringraziarlo senza aggiungere altro.
La difesa di Bossetti: "Clamoroso errore giudiziario"
La sua estrema difesa il muratore di Mapello, in carcere da tre anni, l´ha affidata a delle dichiarazioni spontanee scritte su fogli che ha estratto da una carpetta rossa e che ha usato per chiedere alla Corte di riparare "al piu´ grande errore giudiziario di tutta la storia". "C´era necessita´ di scomodare un immenso esercito e umiliarmi davanti ai miei figli e al mondo intero?" ha detto in modo accorato riferendosi al suo arresto, il 14 giugno del 2014 nel cantiere in cui lavorava a Dalmine. "Perche´? Perche´? Perche´?" ha ripetuto il muratore. E girandosi verso il pubblico in aula per poi tornare ai giudici ha aggiunto: "Io non sono un assassino, mettetevelo in testa. Quel Dna non e´ mio". Lui voleva che fosse ripetuto l´esame genetico che lo inchioda. Aveva anche chiesto scusa per il comportamento scorretto in aula, quando, mentre parlava il sostituto pg Marco Martani, lui era sbottato: "Viene qui a dire idiozie".
L´accusa e la prova del DNA
Per l´accusa, invece, e´ "ineccepibile" la sentenza con cui la Corte d´Assise di Bergamo, un anno fa, lo aveva condannato all´ ergastolo per l´omicidio della tredicenne. Dalla prova del Dna e´ arrivata la "assoluta certezza" della sua responsabilita´"; piu´ una serie di indizi che fanno da corollario: il suo furgone nelle immagini delle telecamere nei pressi della palestra da cui Yara scomparve, le fibre trovate sul corpo della ragazza, compatibili con quelle dei sedili del Fiat Daily del muratore. Da qui la richiesta della conferma del carcere a vita e anche di sei mesi di isolamento diurno per aver "incolpato" un collega, cercando di indirizzare le indagini su si lui. Dalla presunta calunnia Bossetti era stato assolto in primo grado. E cosi´ e´ stato anche in appello.
La Corte d´Assise d´Appello ha accolto in pieno quanto formulato nella sentenza di primo grado. Il muratore, padre di tre figli, ancor piu´ che scendere in dettagli processuali, ha voluto rivolgere un "sincero pensiero" a Yara Gambirasio. "Poteva essere mia figlia, la figlia di tutti noi - ha detto - neanche un animale avrebbe usati tanta crudelta´". Ha provato a descriversi come un buon padre di famiglia che "ha avuto la vita distrutta per accuse da cui e´ estraneo". Un ritratto ben diverso da quello tracciato dal pg: Bossetti "non era insensibile al fascino delle ragazzine tredicenni" e "non e´ inverosimile che l´imputato possa avere tentato un approccio sessuale con Yara. Solo Bossetti ci potrebbe dire come sono andate le cose, ma credo che a questo punto non lo fara´ mai" aveva detto Martani. La Corte ha accolto la tesi dell´accusa e ha confermato l´ergastolo. Per la difesa, scontato il ricorso in Cassazione.
Fonte: Rai news