Da dove si fugge e per quale terra promessa, cosa ci si lascia alle spalle e con quale aspettativa di mettere radici nelle metropoli del Nord. Una inchiesta di Skuola.net dimostra che il divario Nord Sud è ancora intatto.
Ogni autunno si svolge il grande esodo che coinvolge centinaia di migliaia di studenti universitari: ragazzi che scelgono di cambiare città e regione - ma in molti casi sono ´costretti´ - per studiare nell´ateneo o nella facoltà dei loro sogni oppure per avere più chance per il futuro. Numeri importanti, perché su una popolazione studentesca che supera il milione e mezzo, ben 400mila ragazzi vanno via dalla propria regione per frequentare l´università, circa 1 su 4. La mappa dei ´flussi migratori´ che si ricava segue delle tendenze - ormai consolidate da tempo - che non consentono di generalizzare. La fotografia è quella di un Paese sostanzialmente diviso a metà: da un lato le regioni del Centro-Nord che riescono a trattenere i propri ragazzi – e anche laddove ci sono degli spostamenti, questi sono a corto raggio – dall´altro l´area meridionale, accomunata dal fatto di veder partire il maggior numero di studenti per destinazioni lontane. Skuola.net ha analizzato questi movimenti evidenziando le zone che ´prestano´ più ragazzi alle altre regioni e quelle che, di riflesso, ne ´ospitano´ di più, sulla base dei dati dell´Anagrafe Nazionale Studenti che si riferiscono all´anno accademico 2015/16.
Basilicata, Molise e Valle d´Aosta: qui partono quasi tutti
Alla voce ´uscite´ è bene fare una distinzione tra percentuali e numeri assoluti, visto che non sempre le cose coincidono, anzi. Perché se guardiamo ai numeri relativi la regione che vede l´esodo maggiore è la Basilicata: qui su 22mila residenti iscritti all´università ben 17mila (circa il 75% del totale) si trovano in atenei di altre regioni. Una situazione simile la osserviamo in Valle d´Aosta, ma con numeri decisamente più piccoli: quasi 3mila ´universitari´ residenti, più di 2mila che studiano fuori (anche se prevalentemente nel vicino Piemonte). Completa la triade il Molise: quasi 8mila ragazzi (sui circa 12mila totali) frequentano l´università altrove. Ma si tratta di regioni geograficamente piccole e con una popolazione numericamente contenuta. Normale che si vada fuori, se non altro per l´assenza di numerosi corsi di laurea, che è possibile trovare solo nelle grandi città.
Puglia, Sicilia e Campania: l´esodo dei fuori sede
Per questo è forse più interessante guardare ai grandi numeri, alle regioni che pagano il prezzo più alto in termini di partenze per motivi di studio. E le cose, come anticipato, cambiano. È qui che il Sud conferma la distanza dal Nord. La Puglia, ad esempio, vede in giro per l´Italia oltre 50mila ragazzi - su 128mila universitari - dislocati in tante regioni diverse (Lazio, Emilia-Romagna e Lombardia su tutte). E comunque rappresentano il 39% degli studenti pugliesi, mica poco. Leggermente meglio la situazione in Sicilia dove, su 155mila studenti post-diploma, quasi 46mila sono fuori. Terzo posto per la Campania, che ha un tasso di uscite pari ´solo´ al 18%, che però si traduce in 37mila studenti fuori sede (quasi la metà si trovano nel Lazio).
Lazio, Lombardia e Toscana: si studia ´in casa´
Di contro, ci sono alcune regioni dove invece i residenti restano volentieri per studiare. Come intuibile sono quelle più grandi, con tante città tradizionalmente universitarie, con una rosa molto ampia di facoltà e corsi di laurea. La regione che in assoluto ha una popolazione studentesca decisamente ´stanziale´ è il Lazio. I numeri parlano chiaro: di 180mila universitari residenti appena il 10% (circa 18mila) scelgono altre strade. Anche la Lombardia, però, ha un ottimo potere attrattivo: 216mila studenti residenti e solo 28mila - neanche il 13% - che vanno via e che, comunque, si spostano quasi tutti nelle regioni di confine (Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna). Cifre di tutto rispetto pure per la Toscana: i residenti iscritti all´università sono 90mila, ´solo´ 13mila quelli fuori regione.
Roma, Milano e Bologna: universitari da tutte le regioni
Non è quindi un caso che, queste, siano grosso modo le stesse regioni capaci di attirare la maggior parte degli studenti fuori sede, delusi dall´offerta formativa della propria città. La posizione geografica, la presenza di Roma e le tante università aiutano sicuramente il Lazio a spiccare su tutte le altre: tra i grandi atenei della Capitale e le altre piccole università trovano posto più di 80mila studenti, provenienti in gran parte dalle regioni del Mezzogiorno (già abbiamo detto della Campania ma anche Sicilia, Puglia e Calabria superano abbondantemente le 10mila unità). La Lombardia, invece, intercetta studenti soprattutto della stessa area d´Italia: veneti, piemontesi ed emiliani sono ampiamente rappresentati, ma non mancano nutrite comunità pugliesi e siciliane. In totale gli universitari non residenti qui sono più di 60mila: il merito, in questo caso, va dato all´appeal che la città di Milano ha sui più giovani. Mentre il successo dell´Emilia-Romagna, che conta quasi 60mila fuori sede – da quasi tutte le regioni italiane - sembra dovuto quasi esclusivamente a Bologna, al suo antico ateneo e alla sua lunga tradizione di città universitaria per eccellenza.
(Fonte: Skuola.net.)