Di Raffaele Gurrieri su Lunedì, 24 Luglio 2023
Categoria: Fisco e Tributi

Una nuova pace fiscale all’orizzonte

Il dibattito all'interno del Governo, che sta animando la politica delle ultime due settimane, fa intravedere la volontà di riaprire l'ennesima finestra di pace fiscale. Ebbene si: non abbiamo ancora concluso la fase relativa alla rottamazione quater che già si "annusa" un intervento legislativo teso a facilitare l'esdebitazione dei contribuenti italioti.

In particolare, il Governo fa riferimento al meccanismo del saldo e stralcio per permettere a tutti coloro che hanno debiti fino a 30.000 euro di mettersi in regola con il Fisco. Per comprenderne il meccanismo basta guardare al passato, senza neanche andare troppo lontano: il primo Governo Conte infatti, che vedeva sempre Salvini come vicepremier, lo ha introdotto con la Legge di Bilancio 2019.

Diversi Governi dopo e con una tregua fiscale approvata nell'ultima Legge di bilancio ancora ai nastri di partenza, il Governo ha riacceso i riflettori sul saldo e stralcio. Più nel dettaglio ha fatto riferimento alla possibilità di pagare una parte dei debiti col Fisco e di cancellare il resto relativamente ai cittadini che hanno presentato la dichiarazione dei redditi e non sono riusciti a pagare tutto quello che dovevano: in sostanza, chi ha un debito fino a 30 mila euro che si trascina da anni può chiuderlo pagandone una parte.

Si tratta quindi, di un meccanismo diverso dalla rottamazione che permette viceversa ai contribuenti di estinguere i debiti iscritti a ruolo eliminando interessi e sanzioni, ma pagando tutto il dovuto. Nell'ultime versione prevista, il saldo e stralcio era dedicato esclusivamente alle persone fisiche in grave e comprovata difficoltà economica componenti di famiglie con un ISEE non superiore a 20.000 euro e la possibilità di ridurre l'importo dovuto era limitata ad alcune tipologie di debiti affidati all'Agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017.

Questa volta l'idea del Governo sembra puntare su una logica diversa; un limite di accesso in base al valore del debito e non al reddito della persona che dovrebbe corrispondere le somme al Fisco. In termini pratici, in questo modo, una persona con una buona disponibilità economica e un debito non superiore a 30.000 euro avrebbe accesso comunque alla possibilità di pagarne una parte e azzerare il resto.

Ovviamente, per ora, non si esce dal campo delle ipotesi, e le priorità per il Governo, in questi giorni di luglio sono altre: arrivare compatti ad approvare la riforma fiscale prima della pausa estiva del Parlamento, così come promesso più volte; ma dopo questo appuntamento prepariamoci ad un autunno caldo sul tema pace fiscale e sulle modalità attuative.

Meditate contribuenti, meditate. 

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