Un brutto episodio di razzismo. Ad essere preso di mira, questa volta, e purtroppo per l'ennesima volta, un avvocato del Foro di Palermo, Alì Listì Maman, 35 anni. Un uomo, un Collega, nigeriano di nascita ma italiano a tutti gli effetti, risiedendo nel nostro paese da quando, ancora bambino, è stato adottato da una coppia siciliana.
"Ritengo davvero vergognoso atteggiamenti come questo - si è sfogato con l'Adnkronos raccontando l'accaduto - Ci si rivolge verso il pessimo senza rispetto e senza sapere con chi si ha che a fare. Ormai siamo in un clima pesante dove tutto è concesso ed ognuno si sente libero di esprimere anche concetti che per me dovrebbero essere desueti e che invece oggi più che mai trovano libera espressione anche in ambiti istituzionali più elevati".
Teatro dell'episodio discriminatorio, raccontato dall'agenzia di stampa, un casello autostradale siciliano: "Sabato stavo rientrando da Tusa con la mia compagna e mio figlio di tre mesi - racconta l'avvocato - Il casello in autostrada si presentava guasto e non emetteva il documento per la tratta fino a Palermo. Arrivato presso il casello di Buonfornello alle 19.54 mi stavo accingendo a fare il pagamento rappresentando al casellante che il casello di Tusa non aveva emesso il biglietto per la tratta".
E qui scatta la molla della discriminazione. "Al momento del pagamento, il dipendente preposto ha calcolato la tratta e ha chiesto quindi il pagamento della stessa, ma essendo sprovvisto di monete ho consegnato al dipendente una banconota da 50 euro e il dipendente ha rifiutato il pagamento". "Successivamente gli ho chiesto se potessi pagare tramite bancomat ma il casellante prima ha rifiutato la mia carta e poi quella della mia compagna". "Il dipendente a quel punto ha pronunciato, in un siciliano molto stretto, le seguenti parole: 'Questi vengono senza biglietto" e "come li fanno entrare a questi...". Preventivamente è stata mia premura comunicare al numero delle autostrade il problema del casello".
Poi, aggiunge: "Ovviamente non avrei mai immaginato che una società di queste dimensioni potesse avere al suo interno che si rapportano con toni razzisti nei confronti dei fruitori dei loro servizi".
Decisamente, un brutto episodio, già segnalato dall'avvocato al gestore delle autostrade siciliane, il Consorzio Autostrade Siciliane, come anche ad Autostrade per l'Italia. Un episodio rispetto al quale sarà probabilmente avviata una indagine, che speriamo, non finisca a tarallucci e vino, more solito. Impensabile che al giorno d'oggi debbano ancora accadere fatti del genere, ed ha fatto molto bene l'avvocato a non tirar fuori il proprio tesserino, in quanto il rispetto e la buona educazione devono essere garantiti soprattutto da chi gestisce un servizio pubblico, a prescindere dallo status sociale e dalla professione svolta. A lui, al giovane avvocato, giuungano le nostre scuse, come figli di questa terra, per l'inammissibile comportamento di questo casellante, che auspichiamo sia severamente punito. Peraltro, è lui stesso a segnalare, profondamente dispiaciuto, che quanto gli è adesso accaduto non è che un ulteriore episodio di discriminazione. Una discriminazione che ha toccato il culmine nel momento in cui ha deciso, nelle scorse elezioni amministrative per il rinnovo degli organi del Comune di Palermo, di candidarsi alle elezioni nelle file del M5S. "Rimettiti sopra un barcone"... "Tornatene in Africa" ed altro ancora. "Vai a combattere per il tuo Paese e non rompere i c... nel nostro", ha scritto un utente su Fb. E un altro: "Alì Babà". Cose che accadono in un paese un tempo accogliente per definizione. Cose che ci fanno arrossire di vergogna.