Natale, tempo di auguri e di letterine a Babbo Natale.Dal web eccone una scritta da un avvocato. Immaginaria ma con il cui contenuto si può in linea di massima concordare.
Post scriptum: Questa lettera è stata condivisa in alcuni gruppi di associazioni forensi. Da quel momento sono partite alcune integrazioni, riportate tra parentesi come addende al testo originario precisando le generalità del Collega che è stato l'autore. Chiamiamola una lettera in progress. Eccola:Caro Babbo Natale,ti scrivo in nome e per conto di nessun altro se non di me medesimo per significarti quanto segue.Come a te già noto, quest´anno non sono stato per nulla buono e spesso ho perso la pazienza compiendo anche azioni di cui mi pento.
Ciò nonostante ci tengo altresì precisare che la responsabilità per le predette azioni non è imputabile in via esclusiva allo scrivente, ma ad un concorso di cause che, come minimo, configurano una responsabilità solidale ex art. 2055 cod. civ.
Invero, quasi sempre le mie arrabbiature sono scaturite da file chilometriche in Tribunale, nonché dall´ignoranza di gente che la laurea l´ha acquistata al supermercato, dai costi delle cause in perenne aumento, da fascicoli perduti e riforme legislative che definire demenziali è puramente eufemistico.
Tu lo sai, ne abbiamo sempre viste tante, e non è che con l'altro ministro, Andrea Orlando, fossero rose e fiori. Ma qui ci aspettavamo qualcosa di più se non altro perché non solo questo qui, di nome Alfonso come un avvocato divenuto addirittura Santo, era a propria volta un avvocato - non dico uno di noi in quanto, sembra, poco avvezzo alle aule tribunalizie - ma addirittura era il Ministro di un governo di un altro avvocato, a cui tra l'altro non bastava solo esserlo, ma voleva da tutti essere chiamato l'avvocato degli italiani. Insomma una specie di secondo Gianni Agnelli, forse con qualche titolo in più nel curriculum vitae, e mi fermo qui. Tanto, impossibile nasconderti qualcosa!
Ed invece, sembra che da quando gli avvocati affollano i banchi del governo come se fossero quelli di un tribunale, ogni riforma venga annunciata, e quindi partorita, per far del male alla giustizia. Tu mi dirai pure che contiamo ed abbiamo sempre contato quanto il due di coppe quando la briscola è a mazze, e se lo dici Tu, io e i miei Colleghi ci prendiamo anche questo insieme al resto.
Ma per favore, non provare anche Tu a farmi credere che la lunghezza dei processi dipenda dall'abuso dell'istituto della prescrizione da parte nostra e non, invece, dal fatto che ogni governo, e quello degli avvocati come gli altri, investa sulla giustizia quanto un bambino appena nato sulla propria pensione.
E non provare a farmi credere che in pochi mesi faranno una riforma epocale del processo civile, non perché non siano dei fulmini di guerra, ma perché solo il Salvatore sarebbe riuscito a demolire e a ricostruire il tempio in tre giorni.
Cosa mi dici, che non vuoi provare a farmelo credere, che nei limiti del possibile cercherai di evitare il peggio? Grazie, Tu sì che sei una persona (posso?) Ragionevole. Non ho mai avuto dubbi.
Per il resto, problemi antichi.
Questo è quel che chiedo.
(Di donarmi, oltre ad un fegato nuovo, pure un cuore d´acciaio per superare e sopportare le mille storture della giustizia e di donare, sempre se puoi, la capacità ai giudici di comprendere che la liquidazione delle spese non è pura teoria per l´avvocato ma giusto riconoscimento del lavoro svolto.
Inoltre, se ti trovi a incrociare per la tua strada i delegati alla Cassa e al Consiglio Nazionale Forense non ti azzardare a dargli un passaggio con la tua slitta: quelli vanno veloci e non rispettano i limiti imposti per legge e non si mettono neanche la cintura di sicurezza solo che in caso di sinistro le ammaccatture le paghiamo noi poveri avvocati. Ti auguro ogni bene e spero che tu possa leggere questa nostra lettera e nostra supplica.
(Dona loro, ai Signori delegati, oltre che al pane, anche un robusto companatico, si che non debbano chiedere a noi, che a stento paghiamo le nostre tasse, di tassarci ulteriormente per assicurar loro ricche prebende per i servizi a noi prestati e perfino diarie faraoniche per un soggiorno adeguato al loro prestigio nella Capitale: addenda di Mario Bianchi).
(Donaci anche decisioni non inquietanti ma rispettose del codice italiano. Che non si applichi più la forma di giustizia sommaria ed affidato al caso: addenda di Daniele Razzante).
(Donaci anche una nuova e giusta riforma previdenziale: addenda di Rosita Imperiale) e (uno scatto d´orgoglio alla classe forense - e non parlo dei "baroni" - che si sta facendo mettere i piedi in testa da tutti da troppo tempo: addenda di Alessandra Armento).
(Dona ai tanti giovani che nei giorni scorsi anno partecipato agli scritti per l´abilitazioneall´esercizio della professione la consapevolezza di capire, senza rinunciare alle loro passioni, che senza riforme l´avvocatura è una strada che per quasi tutti loro sarà inaccessibile, così che essi possano scegliere lucidamente se intendono percorrerla fino in fondo senza, dopo, andare incontro a cocenti delusioni. E dona ai tanti avvocati che, dopo tanti anni di esercizio onorato della professione, hanno dovuto abbandonare la toga a causa di una situazione insostenibile, di poter serenamente affrontare la vita venendo incontro alle esigenze della propria famiglia: addenda di Sonia Raimondo).
Tanto premesso, nel prometterti che – se mi porterai i suindicati regali senza ritardo alcuno – non provvederò a costituirti in mora, colgo l´occasione per salutarti di cuore (raccomandandoti tuttavia, in ultimo, di portare non doni ma solo carbone e rovina ai giudici corrotti, che per un pugno di spiccioli vendono le proprie sentenze e prestano i propri favori a familiari o cricche e a tutti quelli che speculano per interesse economico sulla pelle degli avvocati o di coloro che aspirano a diventarlo: dai venditori di crediti professionali a buon mercato, agli organnizatori di corsi fantasma e di scuole farlocche: addenda di Paolo Corsini).
Con salvezza di ogni diritto ed azione.Me medesimo.