Di Alberto Pezzini su Domenica, 23 Luglio 2017
Categoria: Alberto Pezzini: scaglie di ingiustizia

Udine: pm vigliaccheria e un codice fatto a brandelli: indignarsi o meritarsi uno sputo

A Udine un Pm ha indagato per favoreggiamento due avvocati che avevano consigliato ai loro assistiti di non rispondere durante un interrogatorio.
 
Un episodio che ha dell´incredibile ma è vero. Credo quia absurdum, avrebbe detto Tertulliano che in materia di cose fuori dal normale si fece una notevole esperienza con i cristiani alle prese con i romani.
 
Se penso a tutto le volte che mi sono ritrovato davanti al Gip – negli interrogatori di convalida – a consigliare al mio cliente di stare zitto chè sarebbe stato meglio, avrei dovuto collezionare decine anzi centinaia di iscrizioni al registro degli indagati.
 
Lo sappiamo tutti.
Avvalersi della facoltà di non rispondere è un diritto.
L´avvocato ha il dovere di avvisare il proprio cliente e l´autorità giudiziaria anche.
E allora, perchè?
 
Perchè i PM sono i veri detentori del potere. Possono metterti le manette, tutto sommato, anche se debbono transitare davanti ad un gip che – a volte? - non guarda neanche la richiesta che i primi gli sottopongono.
 
Mi viene in mente quella bella, colorita espressione che ritrovai nelle carte della dottrina mentre preparavo un intervento da esporre ad un convegno: sartine, con cui si indicavano i Gip, capaci soltanto di fare opera di cucito senza avvedersi di cosa mettono insieme.
 
Il PM di Udine ha pure perquisito – a quanto pare – gli studi dei due avvocati.
Ciò significa che la polizia giudiziaria è entrata nella sfera personalissima e segreta di questi due colleghi.
 
Con le facce basite, annichilite, tra lo spavento e uno sconcerto profondo, infinito come un mare su cui il sole si fa fatica a credere possa ancora sorgere.
 
Il problema sono loro, sono i PM, esseri senza guida e senza controllo, cani da guardia a tre teste che nessuno controlla.
Cosa potranno mai fare a questo PM di Udine ? Ditemi.
 
A lui che ha violato impunemente articoli del Cpp, della Costituzione, e ha cercato di ottenere prove compiendo l´azione più vigliacca e nefanda che una parte del processo può commettere in danno dell´altra?
 
Abusare del proprio potere.
Mi vengono in mente tutti gli avvocati che si faranno intimidire dai PM.
 
Poveretti e poveretta, anzi miseranda la nostra professione.
 
Una volta un giudice mi disse di stare zitto in aula, mentre stava facendo a brandelli il codice sulle spalle del mio cliente.
 
Non stetti zitto per nulla e cominciai a urlare.
Il Giudice chiamò i carabinieri.
Benissimo, li aspettai.
 
Quando uscii dall´aula andai subito a scrivere un esposto.
 
Ma fui più contento di essere stato fermo ed irremovibile di quanto ottenni dopo.
Perchè noi avvocati dobbiamo avere le palle di resistere a tutti questi meteoriti che ogni tanto ci piombono addosso.
 
Non sono un eroe, per così poco.
Sono uno come tutti gli altri, che si è reso conto di non poter deflettere in quella data ora, pena la perdita di dignità personale.
 
Se lo avessi fatto, il primo da prendere a sputi sarei stato io quando mi facevo la barba.
Capite che non avrei potuto agire diversamente.
 
La mia solidarietà a questi colleghi, anzi Colleghi di Udine.
 
L´ultima cosa. Avete sentito cosa ha detto la figlia minore di Borsellino alle toghe nissene ?
 
Li ha accusati di aver amministrato un depistaggio giudiziario in danno della memoria del padre per più di vent´anni.
 
Il problema del nostro sistema giudiziario sono loro, i PM, non dimentichiamolo mai.
Fino a quando una legge non li separerà dai giudicanti, dovremo rassegnarci a far parte di un sistema ordinamentale malato in partenza, zoppo come una capra di montagna a cui il mare fa male.
Alberto Pezzini