Di Redazione su Venerdì, 20 Aprile 2018
Categoria: Avvocatura, Ordini e Professioni

Topi nei cassetti. Protesta al Tribunale di Messina: "Costretti a lavorare tra i ratti"

Il "palazzaccio" quello di Piazza Cavour che è anche sede della Suprema Corte di cassazione, il famoso per la moltitudine di gatti che, si dice, abiterebbero nei suoi tetti e nei suoi anfratti. E, si sa, nei luoghi in cui ci sono i gatti, quasi sempre si sono i topi.
Ma una cosa è sapere che potrebbero esserci dei topi, piccole bestioline assolutamente inoffensive ma tali da suscitare gli incubi, manco fossero un film di Dario Argento, di moltissime gentili signore, it altra cosa vederli muoversi indisturbati da un fascicolo all´altro, o da una scrivania all´altra, magari alla ricerca di un mouse che porta il loro stesso nome.

È proprio questo che è avvenuto ed avviene in uno dei palazzi di giustizia più grande d´Italia, quello di Messina, nel quale ieri i dipendenti, come ha riferito L´Eco di Messina, hanno protestato lamentando la presenza di topi negli uffici giudiziari. "Non vogliamo i topi nei nostri uffici", è il cartello che hanno esposto per dare forza alla loro protesta. Il problema non è nuovo: nei giorni scorsi nella cancelleria del piano terra era stato avvistato un topo, su una scrivania e per terra anche tracce del suo passaggio. A distanza di due settimane, un´impiegata di un altro ufficio aprendo un cassetto ha trovato un topo".



Problemi - riferisce il periodico messinese - "per i dipendenti che lavorano nel seminterrato dove sono ospitati gli uffici della procura. Gli interventi non hanno risolto il problema. Una situazione insostenibile che ha generato la protesta. I dipendenti chiedono un "serio e definitivo programma di interventi concreti , progettati e controllati da parte degli organi istituzionali preposti"
"Esprimiamo indignazione per le pessime condizioni igienico sanitarie nelle quali sono costretti ad operare avvocati, magistrati, personale amministrativo e utenti. Quanto accaduto è la conseguenza, inevitabile, anche della leggerezza con la quale la vicenda è stata subordinata alla più becera burocratizzazione del servizio giustizia". Lo ha detto il presidente dell´Ordine degli Avvocati, Vincenzo Ciraolo, che aggiunge: " il Governo, in regime di spending review, ha soppresso le commissioni di manutenzione interne ai Palazzi di Giustizia che consentivano una vigilanza costante e una gestione immediata di tutte le problematiche che potessero afferire alla gestione di edifici grandi e molto frequentati come i Tribunali. Al contempo, per contro, ha dato la possibilità, in luogo della effettuazione di singole gare d´appalto per ogni emergenza, di stipulare convenzioni con le quali il Ministero della Giustizia, di fatto, autorizza ad impiegare personale del Comune per la gestione delle esigenze di manutenzione. Convenzioni che, tuttavia, per essere efficaci necessitano di un successivo accordo con il Comune di riferimento. Nonostante la convenzione stipulata con il Ministero dalla nostra Corte d´Appello e nonostante le reiterate richieste della conferenza permanente che più volte ha segnalato la necessità di ripristinare il presidio tecnico – evidenzia Ciraolo – l´Amministrazione comunale non ha mai provveduto ad adempiere quanto promesso rendendo, di fatto, inefficace la convenzione ministeriale".