Di Alberto Pezzini su Domenica, 06 Marzo 2022
Categoria: Alberto Pezzini: scaglie di ingiustizia

Storia di un avvocato irriguardoso e di un giudice suscettibile

 Ho letto sul Dubbio dell'Avvocato Paolo di Fresco di Milano. La chicca della settimana. In piedi in un corridoio dell'elefantiaco Palazzo di Giustizia di Milano, ad un certo punto viene avvicinato dal carabiniere di piantone il quale gli dice che deve levarsi da lì. Forse perché parlava a voce troppo alta.

L'avvocato non ci sta. Risponde in tono netto: abbia un maggiore rispetto degli avvocati mentre esercitano le loro funzioni. Dopo un quarto d'ora circa (sto galoppando e semplifico la vicenda), l'avvocato Di Fresco viene scortato nella stanza del Gip che aveva impartito il precedente ordine di "sgombero" e qui viene sottoposto ad una specie di verbalizzazione per il suo comportamento irriguardoso nei confronti delle "istituzioni".

Ergo viene segnalato e solo dopo l'avvenuta verbalizzazione può lasciare la stanza del giudice (incredibile dictu). Prima di tutto:a quanti di noi non è accaduta la stessa cosa ?

 Stiamo in corridoio – anche durante la pandemia faccio notare – e aspettiamo. Non stiamo bighellonando o facendo i flaneur:attendiamo il nostro turno.

Il mio Maestro, l'Avv. Natale De Francisi, mi diceva sempre che anche l'attesa in corridoio fa parte del nostro mestiere e costituisce una componente fondamentale dello stesso:la pazienza deriva anche da lì, dal saper aspettare senza innervosirsi. E poi, per quale motivo un giudice che sta facendo udienza preliminare si infastidisce per gli avvocati che sono in corridoio ? Se parlano a voce troppo alta, basta dire al carabiniere di piantone di riferire che devono abbassare i toni. Modera vero, come diceva Nando Mericoni in un Americano a Roma, e tutto si risolve in un fiat. Oppure, e non credo di scoprire l'acqua calda, visto che magari sta conducendo un'udienza preliminare, basta chiudere la porta.

Questo dovrebbe essere lo spirito delle camere di consiglio. La porta si chiude e il rumore scompare. O meglio, la porta s'ha da chiudere a prescindere. Infine. Per quale motivo un avvocato viene segnalato in un caso come questo? Perché ha reagito con toni netti ad un carabiniere che gli ha intimato di levarsi da lì? 

Ma noi non siamo carne da cannone, o asini da prendere a calci nel sedere quando non stiamo emettendo parole in udienza. Siamo avvocati anche quando aspettiamo. Sia chiaro che anche gli avvocati non sono legibus soluti né debbono andare esenti dai rudimenti dell'educazione:ma credo che qui – come sembrerebbe – non si sia trattato di questo ma forse di un carabiniere che si sia fatto prendere la mano.

 E di un Gip che glielo ha concesso (in buona fede?) aggiungendoci poi un carico insopportabile. L'avvocato Paolo di Fresco correttamente ha chiesto l'intervento di un rappresentante del COA o della Camera Penale. 

Mi permetto di darti un consiglio:fai un anche bell'esposto al CSM. Non servirà a nulla ma quantomeno costringerà questo giudice a fornire una spiegazione anche fuori dal clima rovente dell'udienza, ossia pacato e frigidoque animo, tanto per capire. E scrivici che anche noi – pur non appartenendo alle Istituzioni – siamo quelli che – in tribunale – le fanno funzionare.

Tanto per non dimenticare chi siamo.