Di Redazione su Giovedì, 19 Gennaio 2017
Categoria: Insegnanti

Sostegno scolastico, ecco la riforma che non piace ai docenti

Non c´è ancora nulla di certo ma la riforma del sostegno scolastico fa già molto discutere: 20 mila insegnanti per 234 mila studenti che non accettano le proposte dell´ex ministro Giannini (sostenute dal suo successore, Valeria Fedeli).
Due i punti più criticati: il «profilo di funzionamento» e la figura del docente di sostegno.
VIA LA "DIAGNOSI FUNZIONALE"
Innanzitutto, gli insegnanti non digeriscono il "profilo di funzionamento" previsto dalla riforma che dovrebbe servire a definire il numero di ore di assistenza per ogni studente. In pratica significa che non è la gravità della disabilità a definire i bisogni dell´alunno ma il suo funzionamento, per cui se un ragazzo viene ritenuto capace di stare in classe senza aiuto, lo si lascia solo. E si riducono le ore di assistenza.
INSEGNANTE ADDIO, ARRIVA IL TUTOR
Un altro aspetto su cui si punta il dito è la figura del docente di sostegno, che viene considerato una sorta di tutor iperspecializzato nell´assistenza ai disabili, ma non necessariamente un insegnante: un cambiamento di prospettiva che, secondo gli insegnanti che si stanno mobilitando, snaturerebbe la professionalità del docente, che è prima di tutto un educatore specializzato in determinate materie, in grado quindi di trasmettere le sue conoscenze all´alunno.
DOCENTI IN RIVOLTA
Il progetto di riforma, seppur ancora in una fase embrionale, non è piaciuto agli insegnanti che hanno organizzato una mobilitazione che, partita dalla Calabria, si è diffusa in tutta Italia. Dall´altro lato il direttore scientifico dell´Irifor (Istituto per la ricerca, la formazione e la riabilitazione) dell´Uici, Gianluca Rapisarda, secondo cui una riforma del sostegno scolatici è quanto mai necessaria. "Allo stato attuale – scrive – siamo effettivamente ancora costretti ad imbatterci il più delle volte in educatori e docenti con un´inappropriata preparazione ed una formazione inadeguata ad assicurare un´inclusione scolastica di qualità ai ragazzi con disabilità del terzo Millennio. Il messaggio della "normale" didattica inclusiva stenta ancora a decollare nelle nostre scuole e ci scontriamo di sovente con interventi didattici inclusivi esclusivamente "episodici" e che hanno soltanto il carattere dell´urgenza e dell´emergenza e non di "contesto". Voglio dire che la sola assegnazione dell´insegnante di sostegno con un numero congruo di ore all´alunno/studente con disabilità non è sufficiente a garantire il loro successo scolastico e formativo, se non affiancata da un contesto veramente "inclusivo".


Fonte: Oggiscuola