Di Redazione su Giovedì, 22 Marzo 2018
Categoria: Istituzioni

Consiglio Ministri, si nella notte al Contratto Istruzione. Fedeli parla di data storica ma delusione è alle stelle

La decisione è stata quindi assunta, proprio sul filo di lana, proprio una frazione piccola di tempo prima dell´abbandono.
Il Consiglio dei Ministri, ieri, 21 marzo 2018, poco prima del "tutti a casa" dopo l´esito dell´ultima competizione elettorale del 4 marzo, ha approvato in via definitiva il nuovo contratto del comparto «Istruzione e Università», che era stato rinnovato lo scorso febbraiodopo 8 anni, con un ritardo incredibile per le pubbliche amministrazioni delle democrazie europee.
Il Ccnl potrà quindi essere adesso trasmesso alla Corte dei Conti per l´imprimatur definitivo, propedeutico alla sua concreta applicazione. Il nuovo contratto disciplina gli anni 2016, 2017 e 2018 e coinvolge 1.191.694 dipendenti, oltre un milione nella sola scuola, ma, secondo le maggiori organizzazioni sindacali, e soprattutto secondo gli stessi
dipendenti del Miur, gli aumenti stipendiali in esso previsti, al pari di numerosi istituti dal contratto contemplati, non sono stati ritenuti soddisfacenti, ma assolutamente parziali, e molto al di sotto delle rassicurazioni che, sul tema, erano state fornite dai due ultimi ministri succedutesi alla guida dell´ istruzione.
Di seguito, riportiamo il comunicato stampa diffuso dall´ufficio stampa del CdM:
"Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e della Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha deliberato di autorizzare la Ministra Madia ad esprimere il parere favorevole del Governo sull´ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto istruzione e ricerca per il triennio 2016-2018, sottoscritta dall´ARAN e dalle confederazioni e organizzazioni sindacali di categoria lo scorso 8 febbraio".
"Questo nuovo contratto apre una nuova era di valorizzazione del ruolo di chi opera nei settori della conoscenza. Ma è un punto di partenza, non un traguardo raggiunto e da archiviare. Bisogna continuare a impegnarsi per garantire continuità didattica alle nuove generazioni, stabilità, riconoscimento professionale e condizioni di lavoro dignitose alle dipendenti e ai dipendenti. In una società e in un´economia della conoscenza, come sono quelle in cui viviamo, l´investimento sul sapere è fondamentale per garantire alle giovani, ai giovani e al Paese un futuro di qualità", ha commentato la Fedeli.
Gli incrementi e la delusione
Gli incrementi stipendiali previsti dal nuovo contratto per docenti ed ATA vanno da un minimo di 81 euro ad un massimo di 111, a seconda dell´ordine e grado di istruzione e dell´anzianità di servizio. E´ probabile che gli aumenti siano percepiti concretamente a partire dal mese di aprile 2018.
Gli aumenti stipendiali riguardano anche il personale andato in pensione nel 2016 e nel 2017.
Gli incrementi degli stipendi riguarderanno anche i docenti precari, che , durante il periodo di supplenza, ricevono sempre uno stipendio riferito al primo scaglione di anzianità (0-8).