Di Redazione su Martedì, 12 Marzo 2019
Categoria: Legge e Diritto

Sezioni Unite decideranno se pasti preparati a casa possono consumarsi nella mensa scolastica

Una guerra giudiziaria sul panino, fino all'ultimo grado, ed adesso ad essere investite saranno, niente di meno, le sezioni unite della Suprema Corte di cassazione. Non c'è stato modo, infatti, di comporre la querelle scatenata da un gruppo di genitori  torinesi che avevano chiesto al Comune, inutilmente, di poter liberamente somministrare ai propri figli un pasto portato da casa, invece  di quelli preparati nella mensa scolastica. 

 I giudici, in precedenza, avevano dato ragione alle famiglie, ma il Comune di Torino si era intestardito nelle proprie posizioni, e adesso con un'ordinanza interlocutoria la prima sezione civile della Suprema Corte ha chiesto al presidente di coinvolgere le sezioni unite che saranno chiamate, in particolare, a decidere se esiste un diritto dei genitori degli alunni delle scuole elementari e medie di scegliere per i propri figli tra la refezione scolastica e il pasto portata da casa e di consumarlo nei locali delle scuola.

I giudici di merito, sul punto, hanno avuto opinioni del tutto contrapposte. Il Tribunale torinese ha dato ragione ai genitori, mentre la Corte d'Appello, in accoglimento dell'appello dell'amministrazione, ha affermato che i genitori possono scegliere il tipo di pasto, ma non dettare "le modalità pratiche" e organizzative, dove cioè consumarlo, anche perché ci sono da valutare degli aspetti igienico/sanitari da valutare.

Secondo il Consiglio di Stato, che sul punto si è espresso in un caso singolo che riguardava un comune della Campania, i genitori vanno lasciati del tutto liberi e il Comune non può frapporsi in una scelta che rimessa alla propria discrezionalità. Tale precedente sarà certamente invocato dalla difesa.