Di Redazione su Mercoledì, 01 Febbraio 2017
Categoria: Istituzioni

Scuola, firmato nella notte accordo mobilità insegnanti. Chi tornerà a casa e come

Sono stati chiamati "esodati" o "deportati". Termini probabilmente eccessivi ma, mentre i sostenitori di #buonascuola plaudivano alla svolta occupazionale indotta dalla legge 107, decine di migliia di insegnanti, giovanissimi ma anche ultra cinquantenni, venivano costretti da un sistema pieno di falle ad una alternativa brutale: mandare all´aria anni, spesso decenni di sacrifici, o accettare la destinazione scelta, dovunque essa fosse, anche nello sperduto.paesino di montagna a migliia di chilometri dalla propria casa, a distanza siderale dalla propria famiglia.
In molti, sicuramente la maggioranza, avevano accettato le destinazioni, avevano preparato le valige ed erano quindi partiti.
Ciò, nonostante le scelte fossero state compiute da un cervellone impazzito e sicuramente malandato. Graduatorie, in particolare, senza alcun radicamento nel merito, senza alcuna considerazione di merito, tanto da essere letteralmente fatte a pezzi, insieme ai contratti di assegnazione, dai giudici, cominciando da quelli pugliesi e poi via via, come in un crescendo, in tutti i Tribunali del paese, e noi stessi lo sappiamo bene, avendo prima sostenuto anche su questo sito le ragioni della illegalità dei processi di assegnazione, e poi difeso in giudizio le ragioni di molti docenti.
Ma poco fa, nella notte, finalmente la svolta: un importante accordo è stato finalmente firmato e quindi i "deportati" faranno rientro a casa fin dalla apertura del prossimo anno scolastico. Raggiunto l´accordo tra il.Miur e quattro sindacati.
Cosa accade. Secondo l´accordo, per l´anno scolastico 2017-2018 è congelato l´obbligo di tutti i docenti, sia quelli neoassunti sia quelli assunti in data anteriore, di permanere per i tre anni nella stessa sede. Era uno dei principi di #buonascuola ma la ministra Valeria Fedeli, ricordandosi di essere stata prima che una politica, una sindacalista, e non certamente tenera con le parti datoriali, ha "seppellito".
"Lo svincolo è una misura straordinaria", ha detto Fedeli, che ha posto in luce, come riportato da "Repubblica" che l´obbligo del triennio era stato reso precario dai molti ricorsi al Tar, ai giudici ordinari, dall´utilizzo ampio della cosiddetta "104" (resta a casa chi ha parenti da assistere). Una conflittualità che aveva reso incontrollate le cattedre, disarmante l´esplosione delle supplenze lunghe e brevi.
Dopo l´accordo quadro del Miur con i sindacati di fine 2016, primo atto politico forte della neoministra, l´intesa sulla mobilità ha vacillato a lungo tanto che la data del 26 gennaio scorso, in un primo tempo venduta come quella definitiva, era stata accantonata dopo l´ultimo incontro ministero-sindacati.
Tre giorni fa, ricorda ancora Repubblica, un nuovo riavvicinamento della ministra alle richieste, questa sera Cgil, Cisl, Uil e Snals hanno siglato le carte.
No della Gilda, da sempre critica, che ha confermato contrarietà per i "nodi irrisolti". Ma secondo Fedeli "Dobbiamo tutti lavorare per iniziare, senza le difficoltà del passato, il prossimo anno scolastico".
Le reazioni.
Maddalena Gissi della Cisl scuola: "Nell´accordo c´è una semplificazione delle procedure, con un´unica domanda si possono chiedere movimenti per la provincia di attuale titolarità e anche per altre province sia per la mobilità territoriale che per quella professionale".
Come funziona.
Sempre La Repubblica anticipa il funzionamento del sistema. La mobilità avrà un´unica fase per ciascun grado scolastico e consentirà a tutti i docenti, anche i neo assunti, di presentare istanza. Il personale docente potrà esprimere fino a 15 preferenze: potranno essere indicate, oltre agli ambiti, anche le scuole preferite per un massimo di 5. Questo varrà sia per gli spostamenti all´interno che all´esterno della provincia. E´ rimasto fuori dall´intesa il passaggio dagli ambiti -. la rete di istituti disegnata dalla Legge 107 – alle scuole".