Querelle Cassa Forense, si muove M.G.A., 15 proposte per cambiare sistema, chiesto sostegno avvocati
Dopo le proteste partite da Catania con una petizione che ha già raccolto oltre 20mila firme, e continuate a Napoli, con il presidio e lo sciopero della fame dei legali aderenti a Nuova Avvocatura Democratica, adesso a muoversi è Mobilitazione Generale degli Avvocati (M.G.A.), uno dei gruppi di legali più partecipati ed ascoltati, che sui social, Facebook in particolare, ha recentemente superato i 30mila iscritti ma che, al di là di questo tipo di presenza, è da tempo impegnato, come organizzazione sindacale, ad elaborare proposte di indubbio rilievo anche generale e sistemico, che possano consentire di superare un momento di forte crisi, soprattutto per i professionisti titolari di redditi bassi e medio-bassi.
Le posizioni di MGA - recita un comunicato diffuso sulla bacheca del gruppo che reca la firma dell´avvocato CosimoMatteucci - "sono notoriamente diverse da quelle di Cassa Forense, e contro Cassa abbiamo scritto, protestato e manifestato".
Ma adesso - continua la nota - "è il momento della proposta.
Il prossimo 22 febbraio alle ore 15, presso la sede di Cassa Forense è stato fissato un incontro al vertice MGA-Cassa: il presidente Nunzio Luciano, il suo vice Walter Militi e il componente di giunta Roberto Uzzau riceveranno una nostra delegazione.
Sarà un primo incontro di carattere politico in cui si confronteranno le reciproche posizioni ed MGA avanzerà le proposte".
Questo vertice - spiega ancora Matteucci - "è fondamentale per tutti gli avvocati portatori di redditi bassi (0-10.600 euro) e medio bassi (10600-19000), a cui ci rivolgiamo e a cui chiediamo sostegno".
"Per la prima volta un sindacato degli avvocati si presenta come parte sociale per discutere direttamente con Cassa Forense la nostra proposta di riforma previdenziale in senso contributivo-solidaristico.
La vertenza quindi concernerà il tentativo di riportare ad equità il sistema previdenziale forense.
Perchè MGA ritiene che i contributi minimi previdenziali scollegati dal reddito imposti da Cassa Forense siano una stortura, e che in essi si celi un tentativo di selezione censitaria della categoria.
Perchè MGA ritiene che il sistema di Cassa Forense sia sbilanciato a favore degli avvocati produttori di redditi alti e medio alti, e che ciò sia inaccettabile a maggior ragione in un periodo di crisi dei redditi così evidente".
Ma quali sono le proposte che M.G.A. mette in campo per Per una politica previdenziale "che delinei un sistema sostenibile, solido, e soprattutto solidale ed equo" ?
Eccole qui:
Sulla riforma della struttura organizzativa e amministrativa della Cassa Forense.
1. Riduzione drastica della misura delle indennità di carica spettanti annualmente al Presidente, al Vice – Presidente, ai componenti del Consiglio di Amministrazione (cfr. art. 11 e 15 comma 3 St.) ai Sindaci (cfr. art. 24 comma 4 St.) e al Direttore Generale (cfr. art. 15 comma 1 lett. c) St.);
2. calmieramento delle spese di viaggio e di soggiorno e di ogni altra spesa rimborsabile per lo svolgimento di ogni incarico e/o partecipazione a congressi, convegni e manifestazioni indetti dalla Cassa (cfr. art. 29 comma 1 St.);
3. eliminazione delle spese e dei costi non essenziali;
4. pubblicazione sul sito della Cassa di tutti i verbali relativi alla riunioni degli Organi Collegiali, dei documenti relativi le indennità ed ogni voce di spesa comunque attinente gli organi di amministrazione e di controllo, dei bilanci preventivi, delle delibere e degli atti dispositivi rilevanti per il funzionamento della gestione di Cassa Forense e del report A.L.M. (per la gestione della passività e dei rischi);
5. attuazione del Codice della trasparenza di Cassa Forense, e in particolare di quanto dell´art. 7.
Sulla riforma del sistema previdenziale.
1. Abolizione dei contributi minimi obbligatori;
2. determinazione del contributo soggettivo in base ad aliquote progressive. Si chiede che a ogni scaglione o fascia reddituale venga applicata un´aliquota da determinarsi sulla base dei criteri della progressività e soprattutto dell´equità in modo tale da tutelare i redditi bassi e medio - bassi. In merito si allega un prospetto che, sulla base dei dati reddituali forniti da Cassa Forense (fonte: "I numeri dell´avvocatura 2015"), dimostra come sia possibile, con la sola applicazione di aliquote progressive, raccogliere circa 924 milioni di euro di contributo soggettivo (all. n. 1);
3. adozione del sistema di calcolo contributivo della pensione, salvaguardando il principio solidaristico e le sue applicazioni. In particolare s´intende apportare al sistema contributivo degli specifici correttivi solidaristici da finanziarsi questi con l´aumento della pressione previdenziale sui redditi alti e medio - alti. In particolare, su queste fasce di reddito si chiede di aumentare sia i contributi previdenziali e, per i redditi superiori a Euro 250.000 anche il contributo di solidarietà. Chiediamo inoltre introdursi un contributo di solidarietà a carico delle pensioni più alte, liquidate con il precedente sistema retributivo. Con queste risorse proponiamo di correggere il sistema di calcolo contributivo finanziando:
- un trattamento minimo pensionistico garantito anche agli avvocati che abbiano maturato un montante contributivo insufficiente e non abbiano raggiunto i 35 anni di contributi;
- l´estensione dei trattamenti assistenziali di cui al paragrafo n. 3. reintroduzione della restituzione dei contributi soggettivi versati, per coloro che si cancellano dalla Cassa Forense entro l´ottavo anno d´iscrizione e che non abbiano mai dichiarato un reddito superiore a Euro 10.600,00;
5. previsione, come requisito essenziale per aver diritto alla pensione di vecchiaia della cancellazione dall´albo degli avvocati, così come già prevista per la pensione di anzianità.
6. eliminazione delle sanzioni per le morosità nel pagamento dei contributi previdenziali maturate dagli avvocati portatori di redditi fino a Euro 10.600,00 e riduzione alla metà per quelli portatori di redditi fino a Euro 19.857,00.
Sulla riforma del sistema assistenziale.
1. Eliminazione di ogni discrezionalità della Cassa Forense nel riconoscimento dei trattamenti assistenziali, che deve essere eseguito solo ed esclusivamente sulla base di criteri predeterminati e oggettivi, quali l´I.s.e.e.;
2. riconoscimento del trattamento assistenziale a favore degli avvocati in stato di bisogno, da individuarsi negli avvocati portatori di redditi non superiori a Euro 19.857,00, da subordinarsi alla sola esistenza di un reddito rientrante in quella fascia e da accertarsi mediante l´I.s.e.e., e da erogarsi fino all´esaurimento dei fondi disponibili. Sul punto si chiede alla Cassa Forense di uniformarsi ai principi sanciti dalla sentenza n. 807/16 del Tribunale di Trani – Sezione Lavoro (all. n. 2).
*Per redditi bassi si intendono i redditi dichiarati ai fini irpef compresi nella fascia da Euro 0 - 10.600,00; per redditi medio – bassi si intendono i redditi dichiarati ai fini irpef compresi nella fascia da Euro 10.600,00 a 19.857,00. I dati reddituali sono tratti dall´indagine di Cassa Forense "I numeri dell´avvocatura 2015".
Non vi è dubbio che le proposte di M.G.A. siano ragionevoli e percorribili, andando in direzione di una effettiva equità e solidarietà. Chi intendesse sostenerle (e noi auspichiamo siano in tanti) può farlo collegandosi al sito della organizzazione http://www.mgaassociazioneforense.it/visualizza.asp?id1=83 o al gruppo Facebook M.G.A.