E' un attimo. Si baciano in modo fuggitivo, direi, leggeri come seta. Un bacio che vuol dire vento, sole, pioggia, maree, tutto il mondo che crolla in un istante. Che cazzo ho fatto per non capire chi fosse questa donna. E' una cosa pazzesca, è la natura che si ribella, è un vulcano che erutta acqua ed un meteorite che brucia come un gelato all'equatore. E' la vita che impazzisce come me. Sento la campanella squillare. Questa visione paranormale si interrompe all'improvviso andando in frantumi contro la realtà, quella mia, che era anche nostra.
Entra il Tribunale. Legge la sentenza. Ho il tempo necessario per capire di dover stare attento.
- " Il Tribunale, letto l'art. 530 Cpp, assolve Giulia Salmaso dai reati ascritti perchè il fatto non sussiste. Giorni 60 per la motivazione".
E' finita. La Salmaso mi stringe forte, forte, forte, come mi aveva stretto Agata. Le donne sono la vera calamità della mia vita, realizzo per qualche secondo. Mi grida che mi vuole bene. Piange. I Giudici sono andati via ma ho potuto scorgere l'ombra di uno sguardo lievissimo tra lei e il Presidente. Cane non mangia cane ? No, per niente. L'insussistenza delle accuse nel merito ha tolto dalla brace viva anche quei giudici che – come già diceva Calamandrei – sono molto più severi con i loro simili che non con i comuni mortali. E'stata una prova di forza, di resistenza umana per tutti. Ora posso tornare a vivere ? Dopo quello che ho visto in aula non penso più. Nello stesso momento ho avuto la più grande delle gioie ed ho conosciuto l'inferno più atro che i peggiori sogni mi avevano in qualche modo anticipato. Il senso di perdere la tua donna perchè un altro uomo te la può rubare è una paura ancestrale che credo di non aver mai superato.
Adesso so perchè.
E' finita in tutti sensi.
Qualche settimana dopo.
Sono al mare, da mio papà. A guardare le onde ed a sentire la mia vittoria insieme a lui. Giovanni si è conquistato tutta la mia gratitudine e quella della Salmaso. Lo ha sponsorizzato per fare un tirocinio con un magistrato del nostro Tribunale. Giovanni ha rifiutato. Ha detto che intende fare l'avvocato nella sua vita e che da me ha imparato non soltanto come si organizza una difesa difficile ma soprattutto a resistere alle avversità. Sostiene che fronteggiare così tanti nemici si addice agli avvocati di razza e che da me ha imparato a non perdersi d'animo. Che sono una specie di Archiloco moderno a cui non manca la voglia di vivere, nonostante tutto. La Salmaso è tornata a fare il giudice. Lo fa meglio di prima. Tomaso è stato affidato a lei, ma sotto la supervisione dei Servizi Sociali. I suoi ondeggiamenti sentimentali e sessuali hanno imposto una specie di tutoraggio almeno iniziale. Non credo che avrà problemi a superare anche questo momento di controllo. Tomaso è tornato ad essere un bambino solare. Ha dei giorni in cui la mamma si incontra con lui ma la figura assegnataria resta sua zia. Che è forse la donna più felice del mondo. Ogni volta che la incontro nei corridoi mi saluta con un sorriso da due quintali. In cancelleria, la prima volta che sono rientrato dopo il processo, gli impiegati si sono alzati inpiedi e mi hanno applaudito. Mi sono commosso. Una cosa del genere non me l'aspettavo. Mi sono sentito come Nelson Mandela uscito dalla prigionia. Per la prima volta nella mia vita sono stato orgoglioso di aver fatto l'avvocato. Ho pensato a mio papà ed a come sarebbe stato fiero di me se avesse potuto assistere a questo momento. Tutti i miei sacrifici si sono sciolti come liquido in quell'applauso. Tutte le mie lacrime sono tornate al mare. Ogni dolore – l'ho scoperto a mie spese – alla fine diventa liquido. Agata è diventata la fidanzata di Tardito. Credo siano felici insieme. Io ho lasciato Giulia una volta per tutte, anche se mi è costato come perdere qualcuno di davvero fedele alle mie radici. Ma questo, lo so e lo sappiamo tutti, non basta per tenere acceso il fuoco di un amore. Preferisco stare da solo. Mi hanno cercato da un grande studio di Milano che –hanno detto al telefono – mi aveva osservato durante il processo della Salmaso. Hanno proposto un'associazione con loro, o meglio, un posto all'interno del loro studio. Dovrei trasferirmi a Milano, insomma. Lasciare Ottavio, il mare, le mie cose, i miei libri qui, e mio padre, la mia indipendenza. Li ho ringraziati e ho declinato.
In fondo, anche se tutte le donne sono finite per me, preferisco ancora vivere qui. Il dolore di Agata è diventato qualcosa di remoto, una ferita che non si spiega ma che qualche volta ho imparato a far tacere.