Di Redazione su Giovedì, 14 Dicembre 2017
Categoria: Legalità

Pm indagati, pressioni su testimoni di giustizia, atti in Cassazione

Due pm indagati per presunte pressioni sui testimoni della tangentopoli al Comune di Trani.
Michele Ruggiero e Alessandro Pesce sono accusati di tentato falso. I pm di Lecce hanno chiesto la loro sospensione ottenendo un netto no prima dal gip e poi dal Riesame. Ora deciderà la Cassazione

Due magistrati di Trani indagati dalle Procura di Lecce per presunte pressioni fatte su alcuni testimoni dell´inchiesta sulla tangentopoli tranese: si tratta dei pm Michele Ruggiero (che presto prenderà servizio a Bari) e Alessandro Pesce, titolari di alcune tra le indagini pugliesi più scottanti degli ultimi anni, da quella su Standard and Poor´s a quella sul disastro ferroviario sulla Andria-Corato.

Sono accusati di tentato abuso d´ufficio, tentata violenza privata e tentato falso e per ben due volte i colleghi salentini hanno chiesto la loro sospensione dai pubblici uffici, ottenendo un netto no prima dal gip Michele Toriello e poi dal Tribunale del Riesame. La pm Roberta Licci, insieme al procuratore Leonardo Leone DeCastris, ha quindi reiterato la richiesta per la terza volta davanti alla Corte di Cassazione, che si pronuncerà tra qualche giorno. A seguire, la commissione competente del Csm valuterà se portare avanti il procedimento disciplinare oppure archiviare l´intera vicenda.

In attesa che le questioni giudiziarie e disciplinari si definiscano, resta bloccata la nomina di Ruggiero quale consulente della Commissione Banche, sostenuta da Forza Italia e dal Movimento Cinque Stelle. Il plenum del Csm ha infatti ricevuto l´atto di incolpazione nei confronti del pm proprio nel giorno in cui avrebbe dovuto deliberare la momentanea immissione fuori ruolo (necessaria per assumere l´incarico di consulente) e ha conseguentemente sospeso la pratica.

Per difendersi, sia Ruggero che Pesce hanno già inviato al Consiglio superiore una serie di documenti, comprese le pronunce del gip e del Tribunale del Riesame di Lecce, che sembrano non condividere le tesi della Procura. L´assunto accusatorio è stato costruito a partire da una serie di esposti anonimi, attraverso le indagini dei carabinieri. L´indagine ruota attorno agli ascolti di alcune persone informate dei fatti, sentite nell´ambito dell´inchiesta ´Sistema Trani 2´, relativa a un presunto giro di mazzette attorno al Comune.

In particolare, la pm Licci contesta ai colleghi di Trani di avere usato metodi poco ortodossi nei confronti dei testimoni, che in quella indagine risultavano vittime dei presunti tentativi corruttivi del funzionario comunale tranese Sergio De Feudis. Secondo l´ipotesi accusatoria, Ruggiero e Pesce avrebbero minacciato le persone ascoltate di farle finire in carcere se non avessero detto la verità, mentre i due pm - sia negli interrogatori davanti al gip che nelle memorie presentate al Riesame - hanno spiegato di avere solo spiegato ai testimoni le conseguenze penali a cui sarebbero andati incontro se avessero rilasciato false dichiarazioni.

Le presunte vittime di De Feudis sono diventate ora le parti offese nell´indagine di Lecce, che potrebbe presto arrivare alla richiesta di rinvio a giudizio. Il gip di Lecce e il Riesame non hanno ritenuto che Ruggiero e Pesce debbano essere sospesi dal servizio. Gli inquirenti, però, restano dell´idea che le pressioni esercitate dai colleghi siano state eccessive al punto da diventare reati. Se tale prospettiva sia valida, al punto da rendere necessaria la loro sospensione dal servizio, lo deciderà tra pochi giorni la Cassazione.



Fonte: Repubblica. It di CHIARA SPAGNOLO 14 Dicembre 2017