Di Redazione su Martedì, 09 Aprile 2019
Categoria: Dibattito Politico

Pillon, dal Parlamento al Tribunale: il paladino della famiglia processato per omofobia

Secondo i suoi programmi, quella in corso sarebbe dovuta essere una settimana felice, nella quale portare a casa i risultati per cui aveva tanto lavorato. Invece, per una sorta di legge del contrappasso, così non è stato e proprio  il giorno  in cui l'ordine del giorno della commissione giustizia del Senato della Repubblica  avrebbe dovuto essere dedicata all'esame del disegno di legge sull'affido condiviso dei figli di genitori separati, è stato invece quello in cui un importante organo di stampa, il quotidiano La Repubblica, ha comunicato che a carico del parlamentare Simone Pillon sta per essere emessa una sentenza in esito ad un processo in cui è imputato per diffamazione.

Dalle aule parlamentari, quindi, ad un'aula di tribunale, con precisione il Tribunale di Perugia,  il cui giudice monocratico deciderà giovedì se, come sostiene il pubblico ministero, il senatore debba essere condannato per il reato di diffamazione nei confronti del circolo della comunità gay del capoluogo umbro Omphalos. Pillon è finito sotto processo per alcune affermazioni fatte nel 2014 nel corso di un ciclo di conferenze del forum delle famiglie, relative alla partecipazione di Omphalos a un'assemblea in una scuola superiore di Perugia sul tema dell'orientamento sessuale.

Così come racconta il quotidiano "L'episodio ha avuto come teatro il liceo scientifico Alessi di Perugia, dove l'associazione Omphalos era stata invitata a tenere un incontro con gli studenti sul tema "Lotta al bullismo omofobico". Pillon, secondo Omphalos, avrebbe distorto il contenuto di alcuni volantini che erano stati distribuiti in quell'occasione, e dichiarato che "quelli di Arcigay vanno nei licei e spiegano ai vostri figli che per fare l'amore bisogna essere o due maschi o due femmine e non si può fare diversamente e…venite a provare da noi, nel nostro welcome group". Pillon, se condannato, rischia di dover pagare un risarcimento di 200.000 euro".

Il membri dell'associazione, stando al capo di imputazione, sono stati definiti istigatori all'omosessualità di minorenni ed era stata additata anche per una presunta distribuzione di materiale pornografico nella scuole mentre si trattava di una attività di informazione e di prevenzione delle malattie veneree attribuendo quindi all'associazione "iniziative e messaggi distorti rispetto al loro effettivo contenuto".