Di Redazione su Domenica, 13 Marzo 2016
Categoria: Giurisprudenza TAR

Propaganda ad Isis, il Tar di Roma conferma espulsione straniero

Lo ha stabilito il Tar del Lazio, Sezione Prima ter con sentenza 1 febbraio 2016 n. 1356.
Con tale pronuncia, il tribunale amministrativo laziale ha respinto il ricorso proposto contro la revoca del permesso di soggiorno e contro l´atto di espulsione dall´Italia con accompagnamento alla frontiera impugnati dal ricorrente.
Essi erano stati motivati, in quanto lo stesso cittadino straniero era stato sorpreso a far propaganda su Facebook Per lo Stato islamico, pubblicando anche foto di Bin Laden.
Rispetto a quanto a lui addebitato, il ricorrente, respingendo ogni addebito, aveva censurato gli atti impugnati sostenendo che le amministrazioni ministeriali italiane avessero erroneamente omologato le posizioni di Al Quaeda ed Isis; sarebbero incorse in talune contraddizioni anche in relazione al l´individuazione della pericolosità in termini prognostici; non avrebbero in ultimo tenuto conto che la scarsa sua integrazione nel paese e nel territorio ben avrebbe potuto essere collegara ad un suo particolare tratto caratteriale.
Il Tar ha però respinto il ricorso sulla base del seguente iter argomentativo:
-l´amministrazione non era affatto obbligata a dar conto della frequenza dei messaggi della loro ricaduta sulla sicurezza nazionale, essendo il pericolo in re ipsa;
-il ricorrente, e questo è ciò che conta, aveva ammesso di avere inneggiato al Movimento (Isis);
-riguardo infine la contestazione da parte del ricorrente, riguardo il suo debolissimo inserimento nel contesto sociale italiano, le censure da egli mosse agli atti impugnati non erano supportate da alcun principio di prova, apparendo, al contrario, alla stregua di indimostrate petizioni di principio.