Di Redazione su Giovedì, 21 Marzo 2019
Categoria: Legalità

Padova, in 50mila al corteo di Libera, Mattarella: "Ricordare i nostri morti atto di dignità"

 Sono 50 mila le persone che hanno sfilato per le strade di #Padova, piazza principale della giornata della.memoria e dell'impegno in memoria delle vittime innocenti delle mafie di Libera e Avviso Pubblico. Circa un milione di persone in questi giorni in Italia, Europa, Africa e America Latina si sono mobilitate in oltre 4.000 luoghi, parrocchie, associazioni, scuole, università, nelle carceri, negli uffici pubblici, nelle stazioni nel ricordo delle vittime innocenti delle mafie per la 24ma Giornata dell'impegno e della memoria in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. 

Il capo dello Stato Sergio Mattarella, in un messaggio indirizzato agli organizzatori, ha scritto: «Vogliamo liberare la società dalle mafie. È un traguardo doveroso e possibile, che richiede a tutti impegno, coerenza, piena coscienza delle nostre responsabilità di cittadini».

«Agli organizzatori e ai partecipanti — ha aggiunto Mattarella — desidero esprimere la mia vicinanza e il mio incoraggiamento a proseguire nella testimonianza di quei valori civili che soli possono consentire uno sviluppo del benessere e della società. Pronunciare uno a uno tutti i nomi di coloro i quali sono stati uccisi dalle mafie è anzitutto un atto di rispetto e di dignità. Quella dignità che le consorterie criminali volevano calpestare deve restare indelebile nella memoria della nostra comunità». Ma «scandire quei nomi - purtroppo tanti, troppi - è anche un atto di dignità che vale per ciascuno di noi. Ricordiamo persone che hanno pagato con la vita la dedizione al bene comune, il rispetto per la legalità, la ribellione alla sopraffazione criminale, la fedeltà a quei principi di umanità che le mafie negano con la loro stessa esistenza: rendere loro onore è un segno di libertà a cui sentiamo di non poter rinunciare, se non al prezzo di una grave ferita alla nostra coscienza. La memoria incalza le domande di verità, purtroppo in molti casi ancora oscurata. Le istituzioni pubbliche sono chiamate a fare la loro parte, avendo davanti numerosi esempi di valorosi servitori dello Stato e dei loro sacrifici. Ma per ciascuno di noi la memoria è una spinta all'impegno fattivo per costruire una cultura della legalità e trasmettere anzitutto ai giovani i valori di solidarietà, di non violenza, di rispetto della persona e dei suoi inviolabili diritti»

 «Non è una manifestazione, è un abbraccio che vogliamo dare alle vittime della violenza criminale mafiosa, ha detto nel proprio discorso don Luigi Ciotti, presidente di Libera. Ci siamo raccolti a Padova per una memoria viva, che deve tradursi tutti i giorni in responsabilità e impegno. Non basta emozionarci quando succedono le tragedie, dobbiamo alzare la voce quando attorno a noi c'è il silenzio. Non posso inoltre dimenticare i disperati che si sono tolti la vita perché non potevano portare avanti la propria azienda: anche per questo dobbiamo assumerci le nostre responsabilità».

Tra le testiminianze, quella di Federico Cafiero De Raho, procuratore antimafia: «Essere qui tutti insieme è significativo per il processo di annientamento delle mafie. Si combattono se si crede nei valori della nostra Costituzione, se ci si muove assieme, se si ha consapevolezza della presenza delle mafie che mangiano la nostra economia e condizionano la politica. Oggi lanciamo un allarme forte anche nelle zone laddove si pensava che le mafie non ci fossero e invece sono radicate da oltre vent'anni a danno dei cittadini onesti»