Di Redazione su Domenica, 08 Ottobre 2017
Categoria: Avvocatura, Ordini e Professioni

Non siete voi, Signori, a dirci con leggi sbagliate chi è un Avvocato. Caravita: "Se voi foste legislatori corretti, non esisteremmo"

Non siete voi, Signori miei, a stabilire chi è un avvocato.
L´avvocato si forma lentamente, in un unico grumo di dolore e sapienza, di fatica ed esperienza. L´avvocato interpreta un ruolo fondamentale, ed è una parte fondamentale della macchina della giustizia.

E non siete voi, Signori miei, con le vostre leggi sbagliate, a stabilire cosa fa un avvocato: perchè il paradosso è proprio questo. Se voi, Signori miei, foste in grado di legiferare correttamente, gli avvocati - forse - non servirebbero.
Ma mai come adesso, Signori miei, grazie alla Vostra insipienza, miopia, impreparazione, mai come adesso c´è bisogno di avvocati.

Cosa sia un Avvocato - e quando dico Avvocato dico Avvocato del libero foro - lo stabilisce la sua storia: la sua capacità di comprendere, di ascoltare, di muoversi, di evitare le facili lusinghe e i falsi palcoscenici. Lo conferma la sua costanza, la sua dirittura morale, la sua cortesia.

Gli Avvocati - gli Avvocati liberi - hanno tutti una ferita aperta, che non sanno difendere: perchè sono talmente occupati a tutelare gli altri, che non sono capaci di difendere se stessi.

Non siete voi, Signori miei, a stabilire che si è Avvocati perchè si ha una linea telefonica fissa, una assicurazione professionale, o perchè si svolge la professione in uno stabile. Voi, Signori miei, di questa professione ne sapete quanto l´ultimo degli utenti del Sistema Giustizia.

Signori miei, quando avrete pianto o riso leggendo una ordinanza, quando avrete avuto lo stomaco in subbuglio perchè vi sarete trovati di fronte a una evidente ingiustizia (volevo dire porcata, poi ho scelto quest´altra parola, più elegante), quando avrete consumato scarpe per correre di qua e di là e cervello per dire, sia qua che là, cose appropriate, quando avrete accettato difese disperate, quando avrete ascoltato gli assistiti,
e li avrete consolati, e indirizzati, rimanendo fermi e impassibili nelle linee difensive, quando avrete lasciato scivolare su di voi certe nefandezze che tutti i giorni vengono compiute nelle nostre case, i Palazzi di Giustizia, quando avrete "riconosciuto" il ruolo fondamentale dell´Avvocato, dell´Avvocato del foro libero, allora potrete parlare, e dire, disporre, legiferare.

Fino ad allora, Signori miei, gli Avvocati del foro libero saremo noi, che parliamo la stessa lingua, che ci rispettiamo, che soffriamo perchè voi ci delegittimate, ma che continuiamo a lavorare. Noi, non voi, disegnamo la nostra storia.

Da noi, e non da voi, viene la gente.
Noi siamo 250.000, che vi piaccia o no.
E quando non ci saremo più, come volete Voi, allora saranno dolori di pancia veri.
Ai miei amici Avvocati, vecchi e giovani.
Qualcuno questo lavoro lo dovrà pur fare.

Giuseppe Caravita di Toritto
Uno di duecentocinquantamila