Di Redazione su Mercoledì, 22 Novembre 2017
Categoria: Avvocatura, Ordini e Professioni

No al lavoro gratuito. Migliaia di tirocinanti incrociano le braccia, il nostro appello ad Orlando

"Da 3 anni migliaia di giovani laureati si aggirano per i tribunali e le corti di tutta Italia: sono i tirocinanti ex art. 73 ovvero tanti ragazzi e tante ragazze che hanno conseguito, con ottimi voti, la laurea in giurisprudenza e che, desiderosi di diventare magistrati, hanno intrapreso una esperienza sulla carta solo formativa... Ma la verità è che per i tirocini extracurriculari, c´è un prezzo: il lavoro gratuito".
Comincia così il documento-appello con cui oggi, 22 novembre 2017, migliaia di tirocinanti giudiziari in tutta Italia hanno comunicato all´opinione pubblica di avere incrociato le braccia, per la prima giornata di sciopero che, in tutti gli uffici giudiziari, li ha fatti astenere da adempimenti che nulla, sulla carta, avrebbero avuto a che vedere con il loro tirocinio formativo ma che in molti casi sono diventati la principale loro occupazione, che li ha di fatto condotti ad espletare funzioni di supplenza per garantire la continuità della funzione giurisdizionale nonostante la vacanze di organico in ordine alle quali il Ministero della Giustizia ha omesso di intervenire, probabilmente contando sul Lavoro gratuito virgola ed appassionato, di migliaia di ragazze e di ragazzi a cui, tuttavia, è stato negato anche un contributo, a titolo di rimborso spese, una borsa di studio di importo limitato, che è quella che con questa protesta è richiesta al ministro Orlando.
Il nostro è un portale di avvocati. Un portale i cui membri sono migliaia e migliaia di colleghe ed i colleghi che, in ogni parte d´italia, frequentano le aule dei tribunali.
Signor Ministro, è la nostra esperienza a dirci che senza il contributo, il lavoro prezioso, la passione di queste ragazze e di questi ragazzi il nostro mestiere, già messo a dura prova da leggi alcune volte incomprensibili e da una burocrazia spesso cieca e incontrollabile, sarebbe impossibile da svolgere. Ma se viene meno la funzione della difesa, a venir meno è anche quella giurisdizionale, e se muore quella giurisdizionale, muore lo Stato di diritto.
Per questo, noi esprimiamo la nostra convinta e totale solidarietà ai tirocinanti, che vorremmo chiamare con il nome e il cognome di ciascuno, e le chiediamo di considerare con estrema attenzione le loro giuste e condivisibili richieste.
La Redazione

? PERCHE´ UN APPELLO DEI TIROCINANTI EX ART. 73
Nell´agosto del 2014, la legge di conversione del c.d. decreto "del Fare", ha consentito a migliaia di giovani laureati di entrare negli uffici giudiziari di tutta Italia per svolgere un #tirocinio di 18 mesi al fianco di un magistrato assegnatario, quello che comunemente chiamiamo tirocinio ex art. 73 e che fondamentalmente è stato introdotto per #smaltire gli arretrati giudiziari e velocizzare il lavoro dei giudici. Tante volte in questi anni noi tirocinanti ci siamo rivolti ai Ministri della Giustizia pro tempore affinché venissero risolti i problemi che caratterizzano questo istituto, ma lettere aperte, petizioni e articoli di giornale sono rimasti inascoltati.
Per questo abbiamo deciso di alzare la #voce e denunciare la nostra condizione.
? LA GIUSTIZIA NON PAGA
Un primo scoglio riguarda il nostro stato giuridico: noi non siamo studentesse o #studenti, pur svolgendo un´esperienza formativa, non siamo veri e propri #lavoratori, ma svolgiamo un´attività molto simile al lavoro definita dal CSM come "positiva", "efficace", "formidabile" e "fondamentale".
Escludendo la sussistenza di rapporti di lavoro subordinato o autonomi, l´art. 73, co. 8 del dl n. 69/13 ha compiuto una violazione del principio di #indisponibilità del tipo contrattuale, giacché, nella sostanza la nostra vita nei tribunali è scandita da orari, mansioni, responsabilità, soggezione e controlli, elementi tipici di quei rapporti cui la #Costituzione accorda le garanzie ed i diritti della subordinazione.
E proprio quanto ai diritti, guarda caso, troviamo le vere ingiustizie: il nostro operato non viene gratificato economicamente nemmeno con l´impropria e ridicola #borsa di studio da 400 € al mese che la legge garantirebbe, ma che il mancato aumento del finanziamento e l´introduzione del limite #ISEE (per altro scorrettamente fissato a stage iniziato) negano a migliaia di ragazzi e ragazze. Ogni anno, infatti, il numero di tirocinanti cresce vertiginosamente, ma gli 8 mln di € destinati alle borse rimangono invariati ottenendo quindi l´unico risultato auspicato dal Ministero: alleggerire il carico giudiziario #sostituendo il lavoro di magistrati e personale di cancelleria con il nostro tirocinio, ripagandoci (e ricattandoci dati i costi proibitivi dei corsi di preparazione) col titolo per l´accesso al concorso da magistrato e, come se non bastasse, umiliandoci tassando la borsa come fosse una vera retribuzione.
? #22novembre: SCIOPERIAMO CONTRO IL LAVORO GRATUITO
Questa situazione è divenuta insostenibile: con questo appello chiediamo a tutti i tirocinanti degli uffici giudiziari, quelli dell´Avvocatura dello Stato ed anche ai praticanti degli studi legali di dire basta al nostro sfruttamento.
Noi tirocinanti ex art. 73 ci rivolgiamo al Ministro Andrea Orlando rivendicando lo stanziamento nella #LeggeDiBilancio delle somme necessarie per pagare le borse di studio a tutte e tutti coloro che hanno svolto o stanno svolgendo lo stage, a prescindere dal reddito del nucleo familiare e senza il pagamento di imposte, e per il futuro chiedendo che il tirocinio venga ricondotto esclusivamente ad un´attività formativa per i futuri magistrati.
Per questo il #22novembre lanceremo il primo #Sciopero dei/lle Tirocinanti della giustizia astenendoci per tutta la giornata dalle attività che svolgiamo quotidianamente per il sistema della Giustizia, per cancellare la vergogna del lavoro gratuito, sia esso imposto dallo Stato o dai privati, affermando il diritto ad una #retribuzione che ci consenta una vita libera e dignitosa come previsto dall´art. 36 della nostra Costituzione.