Lo ha stabilito la Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione con la sentenza n.14209 depositata il 23 maggio scorso.
I giudici del Supremo Collegio hanno stabilito che i singoli cittadini vittime delle conseguenze della movida notturna hanno titolo a richiedere al Comune oltre il risarcimento dei danni patiti anche la cessazione, con l'adozione di misure adeguate specifiche, delle immissioni rumorose nelle abitazioni private.
Con la sentenza di primo grado il Tribunale di Brescia aveva condannato il Comune non solo al risarcimento dei danni nella misura di 20 mila euro ciascuno in favore dei soggetti che avevano promosso il giudizio, ma addirittura aveva ordinato al Comune di adottare uno specifico servizio di vigilanza per disperdere dopo la chiusura dei locali la gente che stazionava lungo la via pubblica rumoreggiando e ledendo il diritto alla salute dei residenti.
La Corte di Appello a seguito dell'impugnazione promossa dal Comune condannato, aveva ribaltato il verdetto del giudice di primo grado disconoscendo in primis la legittimazione passiva in capo al Comune e inoltre perché ha escluso che le pretese azionate dagli attori potessero riconoscere in capo giudice ordinario un potere di determinare le modalità di intervento della Pubblica Amministrazione.
I giudici del Supremo Collegio hanno dato ragione ai privati cittadini che avevano iniziato il giudizio stabilendo che il Comune è tenuto a mettere in atto ogni azione finalizzata a far osservare a tutti il principio del neminem laedere a tutela della salute e del riposo notturno dei residenti. I giudici pertanto hanno ribadito che il Comune poteva essere condannato sia al risarcimento del danno (artt. 2043 e 2059 cc) patito dal privato in conseguenza delle immissioni nocive che abbiano comportato la lesione di quei diritti, sia ad un facere, al fine di riportare le immissioni al di sotto della soglia di tollerabilità.
Il ricorso in Cassazione è stato così accolto con rinvio alla Corte d'Appello competente che con diversa composizione collegiale dovrà riformare la sentenza impugnata applicando i prinicpi giuridici pronunciati dai giudici di legittimtà.
La pronuncia della Corte di Cassazione avrà certamente delle conseguenze non indifferenti nei confronti dei Comuni che per evitare di farsi trascinare avanti ai giudici dai tanti cittadini disperati per gli effetti incontrollati della c.d. movida, dovranno attrezzarsi per far cessare le molestie e le immissioni oltremodo rumorose a danno dei tanti residenti indifesi e vittime degli schiamazzi e delle scorribande che spesso si manifestano nelle vie dei nostri centri storici.
Qui di seguito il file pdf della sentenza della terza sezione della Corte di Cassazione