Di Redazione su Sabato, 14 Ottobre 2017
Categoria: Giurisprudenza di Merito

Movida assordante: Tribunale condanna Comune, 38mila euro a cittadino "stressato"

Brescia, una coppia fa causa al sindaco e ottiene 38mila euro
Danni provocati da movida in centro, Comune di Brescia dovrà risarcire residenti
Stress e ansia da movida molesta, un danno da 50 euro al giorno. Il Tribunale di Brescia dà ragione a una coppia di residenti e, per la prima volta, condanna il Comune a risarcirli con circa 37.800 euro per danno biologico e patrimoniale per rumore antropico
Una sentenza destinata a far storia: solo a Brescia sono pronti altri venticinque ricorsi anti-movida e molti si stanno attrezzando in varie città italiane. Il problema è balzato agli onori della cronaca nel 2012, quando il quartiere del Carmine, un tempo malfamato, teatro di spaccio e prostituzione, è stato riqualificato, diventando un must del divertimento, consacrato in guide nazionali. Con i locali e la gioventù sono, però, arrivati anche i problemi per i residenti. A creare disagi, soprattutto i giovani che amano tirar tardi, bivaccando per le vie del quartiere fino al mattino, vociando senza ritegno e lasciando in ogni angolo i segni della loro permanenza. Prende il via in questo scenario la battaglia dei residenti, tra cui Gianfranco Paroli e consorte. Un nome che, quando nel 2012 scoppiò il caso, fece non poco scalpore visto che si trattava del fratello dell´allora sindaco di Brescia (per un periodo si ventilò persino l´ipotesi di un duello in campagna elettorale tra i due). Da allora, la vicenda è andata avanti tra ordinanze del Comune, che ha limitato gli orari di apertura dei locali e ha rafforzato le pattuglie di Polizia locale in giro per il Carmine, e lamentele dei residenti che non hanno lesinato secchiate d´acqua agli avventori troppo molesti.
Punto cruciale della sentenza è che «l´ente proprietario della strada da cui provengono le immissioni denunciate debba provvedere ad adottare le misure idonee a far cessare dette immissioni». In pratica, la strada è del Comune e a lui spetta far abbassare i decibel. Il giudice spiega anche la modalità, indicando un servizio di vigilanza da giovedì a domenica da parte della polizia locale che, mezz´ora dopo la chiusura dei locali, dovrebbe disperdere chi non vuole andarsene spontaneamente. Il giudice ha ravvisato poi il nesso di causalità tra la condotta omissiva del Comune e il danno subito dai ricorrenti, ravvisando un danno non patrimoniale «connesso alla lesione del diritto alla salute e, in particolare, al normale svolgimento della vita familiare all´interno della propria abitazione ed il diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiane». I rumori molesti hanno reso impossibile alla coppia di «godere del riposo e di attendere serenamente alle proprie attività quotidiane» ingenerando uno stato d´ansia. C´è poi il danno patrimoniale, ovvero il risarcimento per i serramenti montati dai proprietari della casa per attenuare il rumore. Il tutto porta il risarcimento (comprese le spese legali) a circa 37.800 euro. Per ora il diretto interessato preferisce non commentare, in attesa del ricorso che la Loggia ha già annunciato di voler fare. «È una causa del 2014 – spiega l´assessore alla rigenerazione urbana e Polizia locale Valter Muchetti – e si basa su rilevazioni fatte nel 2012. In questi anni sono cambiate molte cose. Contestiamo la sentenza perché è eccessiva, inefficace, non attuabile, e non di competenza. Nessuno nega il problema, a Brescia come in altre città, ma in questi anni abbiamo lavorato molto, non siamo più alla situazione del 2012».
Fonte: La Stampa.it 14/10/2017