La sentenza del Tribunale di Milano: "Non è discriminatorio vietare il velo in uffici pubblici e ospedali come prescrive la legge regionale".
Una sentenza che è destinata a fare rumore: la giudice Martina Flamini della Prima Sezione civile del Tribunale di Milano ha stabilito che vietare alle donne musulmane di indossare il velo negli ospedali e negli uffici pubblici non è discriminazione, ma un principio "oggettivamente giustificato da una finalità legittima, ragionevole e proporzionata rispetto al valore della pubblica sicurezza, concretamente minacciata dall´impossibilità di identificare (senza attendere procedure che richiedono la collaborazione di tutte le persone che entrano a volto scoperto) le numerose persone che fanno ingresso nei luoghi pubblici individuati".
La sentenza è quella con cui è stato rigettato il ricorso di quattro associazioni per i diritti degli immigrati nei confronti della delibera di Regione Lombardia del 10 dicembre 2015 che vieta "l´uso di caschi protettivi o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona in luogo pubblico o aperto al pubblico senza giustificato motivo". Il divieto, annota il giudice, comporta sì di fatto "un particolare svantaggio per le persone che aderiscono a una determinata religione", ma, come spiega il Corriere, si tratta di un sacrificio non discriminatorio di religione ed etnia ed è quindi giustificabile. Martina Flamini è lo stesso giudice che in una precedente occasione aveva condannato la Lega Nord per aver definito "clandestini" i richiedenti asilo.
Immediate le reazioni politiche, riportate dal Sole 24 ore.
«I fatti confermano che abbiamo ragione noi, questa è la strada": così il presidente della Regione Lombardia commenta le motivazioni con le quali il Tribunale di Milano il 20 aprile scorso ha respinto un ricorso presentato da alcune associazioni contro una delibera della Regione Lombardia che vieta il velo islamico in uffici e ospedali. Le associazioni chiedevano che quella delibera fosse da considerarsi "discriminatoria".
Il Tribunale ha respinto il ricorso. «Il Tribunale di Milano - ha commentato Maroni a margine di un incontro a Palazzo Pirelli - ha dato ragione alla Regione Lombardia sul divieto di entrare con il volto coperto nei luoghi pubblici. E´ stato un nostro atto coraggioso, anche in quel caso criticato molto da una certa parte politica, ma i fatti confermano che abbiamo ragione noi. Questa è la strada».
pubblicato in Il Foglio-Sole24ore