Sono trascorsi più di 50 anni dalla scomparsa di Mauro De Mauro e ancora si è alla ricerca del suo corpo per restituirlo alla sua famiglia.
Mauro De Mauro era un giornalista del quotidiano palermitano "L'Ora" scomparve nel nulla il 16 settembre 1970 ad 1970 ad opera certamente della mafia.
Pugliese di nascita, si trasferisce a Palermo con la famiglia e dopo la seconda guerra mondiale inizia a lavorare con il Tempo di Sicilia, Il Mattino di Sicilia e poi con L'Ora di Palermo occupandosi di diverse inchieste giornalistiche tra cui quella sulla morte del presidente dell' Eni Enrico Mattei. Nel settembre del 1970 si stava n Il caso Mattei , che sarebbe in seguito uscito nel 1972.
De Mauro aveva pubblicato, sempre su L'Ora, il 23 ed il 24 gennaio 1962 il verbale di polizia, risalente al 1937 e caduto nel dimenticatoio, in cui il medico siciliano Melchiorre Allegra, tenente colonnello medico del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale , elencava tutta la struttura del vertice mafioso, gli aderenti, le regole, l'affiliazione, l'organigramma della società malavitosa. Tommaso Buscetta , davanti ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, quindici anni dopo la morte del giornalista, ebbe ad affermare che: "... De Mauro era un cadavere che camminava. Cosa nostra era stata costretta a 'perdonare' il giornalista perché la sua morte avrebbe destato troppi sospetti, ma alla prima occasione utile avrebbe pagato anche per quello scoop. La sentenza di morte era solo stata temporaneamente sospesa"
Venne rapito la sera del 16 settembre del 1970, mentre rientrava nella sua abitazione di Palermo. Il rapimento avvenne un paio di giorni prima della celebrazione delle nozze della figlia Franca. De Mauro fu visto l'ultima volta dalla figlia Franca mentre posteggiava la macchina davanti la sua abitazione di via delle Magnolie. La figlia, nell'attesa che il padre raccogliesse le sue cose dal sedile della macchina, entrò nell'androne per chiamare l'ascensore, vedendo però che il padre non la raggiungeva uscì nuovamente dal portone e vide suo padre, circondato da due o tre persone, risalire in macchina e ripartire senza voltarsi per salutarla.
La sera successiva l'auto venne ritrovata a qualche chilometro di distanza dalla'abitazione del giornalista , venne ispezionata con cura, i, ma non furono reperiti elementi utili al rintraccio. Furono allestiti posti di blocco e si disposero minuziose ricerche, ma dello scomparso non si seppe più nulla.
Il suo corpo non è mai stato ritrovato.
Dopo il sequestro, varie piste sono state seguite. Le indagini sulla sparizione del giornalista furono seguite sia dai carabinieri , secondo i quali sarebbe stato eliminato da Cosa Nostra in seguito ad indagini sul traffico di stupefacenti, sia dalla polizia, che ritenne piuttosto che la sua sparizione fosse collegata alle sue ricerche sul caso Mattei (l'aereo caduto era decollato da Catania il 27 ottobre 1961), principale investigatore per l'Arma fu Carlo Alberto Dalla Chiesa , per la polizia Boris Giuliano ma senza alcun successo.
Nel 2001 la Procura di Palermo riapre le indagini sulla sparizione di De Mauro in seguito alle dichiarazioni di Francesco Di Carlo , un pentito di mafia
Il 20 settembre 2007 a Conflenti , in Calabria, viene riesumata una salma – la cui sepoltura risale al 1971 – che si pensava potesse essere quella di De Mauro. Ma nel marzo 2008 l'esame del DNA ha smentito l'ipotesi.
Nell'aprile del 2006 è iniziato il processo per l'omicidio di De Mauro, che vide come unico imputato il boss Salvatore Riina ., nella requisitoria, viene chiesto l'ergastolo per Riina. In data 10 giugno 2011 Totò Riina viene assolto, per "incompletezza della prova" (ex art. 530 c.p.p.), dalla Corte d'Assise di Palermo per l'omicidio De Mauro. Oltre un anno dopo, il 7 agosto 2012 viene depositata dalla Corte d'Assise la motivazione di quella sentenza di oltre 2.200 pagine, ove si ipotizza che il giornalista venne eliminato «perché si era spinto troppo oltre nella sua ricerca della verità sulle ultime ore di Enrico Mattei».
Il 23 aprile 2013 si è aperto davanti alla corte d'assise d'appello di Palermo il processo d'appello In data 27 gennaio 2014 la corte d'assise d'appello di Palermo conferma l'assoluzione di primo grado per Riina dall'accusa di essere il mandante del rapimento e dell'omicidio di De Mauro.
Il 4 giugno 2015 la Prima Sezione Penale della Cassazione ha confermato l'assoluzione di Totó Riina "per non aver commesso il fatto.
Ancora oggi i familiari e tutti coloro che credono in un mondo libero dalle mafie e dai soprusi, attendono verità e giustizia.