"Le decisioni dei magistrati non devono rispondere all'opinione corrente o a correnti di opinione, ma solo alla legge e anche per questo in Italia la magistratura non è composta da giudici e pubblici ministeri elettivi, e neppure da giudici o pm con l'obiettivo di essere eletti".
Ed ancora: "la magistratura non deve mai farsi suggestionare dal clamore mediatico intorno ai processi, non deve farsi condizionare da spinte emotive evocate da un presunto e indistinto sentimento popolare".
Parole chiarissime e severe quelle rivolte ieri ai magistrati dal presidente della Repubblica in occasione dell'inaugurazione della Scuola superiore della magistratura. Facciano attenzione e si controllino anche nell'uso dei social, ha detto il Capo dello Stato. Sono strumenti che se non amministrati "con prudenza e discrezione possono vulnerare il riserbo che deve contraddistinguere l'azione dei magistrati". Quindi, basta con Twitter o Facebook perchè un uso errato potrebbe "offuscare il prestigio e la terzietà".
Importante sotto questi profili, ha concluso Mattarella, il ruolo della scuola, che può insegnare "un profondo rispetto della deontologia professionale e da sobrietà di comportamenti".