Di Redazione su Lunedì, 30 Gennaio 2017
Categoria: Legalità

Marino, cene capitoline, Procura impugna sentenza assoluzione ex sindaco

La procura di Roma ha impugnato la sentenza con la quale il Gup, lo scorso mese di ottobre, ha assolto l´ex sindaco di Roma Ignazio Marino, accusato di peculato, truffa e falso nell´ambito di due diversi inchieste riguardanti alcune cene pagate con la carta di credito del comune e la onlus Imagine.
Nel documento i magistrati di piazzale Clodio, sostengono che "26 volte sul totale delle 56 contestate, la cena si è svolta in una giornata festiva o prefestiva e tale circostanza induce a concludere che si trattasse di incontri svoltisi negli spazi di tempo lasciati liberi impegni istituzionali". Inoltre, sottolineano i pm, "risulta illogico affermare che un evento apparentemente di rappresentanza possa essere considerato ´pubblico´ sulla base di valutazioni soggettive e non verificabili rimesse all´arbitrio del pubblico ufficiale che la eroga in ordine ad oggetto, tempo, modalità, beneficiari, pubblicità".
Per quanto riguarda il procedimento sulla Onlus -che tratta della certificazione di compensi riferiti a prestazioni fornite da collaboratori fittizi, con danno patrimoniale per l´Inps- la procura sottolinea come Marino, già presidente della organizzazione, fosse a conoscenza della truffa che si andava profilando. "Il dato oggettivo della ´insolta´ sottoscrizione di tali contratti da parte del Presidente -scrivono i pm- rappresenta un indizio che sostiene il predetto elemento, materiale e diretto, e che depone per l´effettiva consapevolezza, da parte dell´imputato, della artificiosità e falsità dell´operazione realizzata". "In assenza di qualsivoglia giustificazione in grado di sorreggere l´opportunità di una deviazione dalla prassi solitamente adottata -sottolinea ancora la procura- resta come unica spiegazione verosimile quella secondo cui il Marino ha apposto la propria firma sui contratti falsi, perché, essendo informato dell´operazione che si stava programmando, si è fatto carico di ´avallare´ la condotta della direttrice.


Fonte: La Repubblica