(ANSA) - PALERMO, 30 GEN - "Il maxiprocesso ha rappresentato il punto di svolta al contrasto giudiziario a Cosa Nostra, non solo per il metodo, ma per i risultati che ha prodotto. Sino ad allora, molti processi alla mafia si esaurivano con assoluzioni, magari per insufficienza di prove". Lo ricorda Francesco Lo Voi, procuratore capo di Palermo, a "Voci del mattino", Radio 1 Rai.
"Invece, in quella occasione, l´ottimo lavoro investigativo e il fattivo apporto dei collaboratori di giustizia, consentì di concludere il processo con un numero enorme di condanne. - aggiunge - Ma il maxiprocesso, oltre ad essere stato un punto di svolta, ha costituito un punto di riferimento, per le prove utili acquisite in quel contesto. Faccio un esempio: recentemente, in una indagine che ha portato all´arresto dei componenti di un gruppo mafioso particolarmente agguerrito a Palermo, sia gli investigatori che i sostituti, i magistrati del mio ufficio, sono andati a consultare una serie di dati emersi durante il maxiprocesso, per verificarne, con successo, la valenza nell´attualità; e questo dimostra che il lavoro compiuto in quella occasione fu davvero immenso, e sarà utile anche per le indagini a venire". "Tra l´altro - ha sottolineato - la stessa definizione di Cosa Nostra, si deve alle prime dichiarazioni di Tommaso Buscetta, che in un verbale giudiziario, rivelò al giudice Falcone che ogni tema che riguardasse la Mafia, era appunto denominato "Cosa Nostra".
D´altronde, la forza della mafia si basa su regole che vengono sempre rispettate, e quindi sotto questo punto di vista potremmo affermare che i metodi, i sistemi, le logiche mafiose, di Cosa Nostra, siano rimaste immutate, cosi come quel processo le aveva evidenziate e portate alla luce". "Ma non si può negare - ha aggiunto Lo Voi - che le indagini svolte soprattutto dopo le stragi del 92 e del 93, abbiano depotenziato un po´ Cosa Nostra, dal punto di vista militare, e abbiano dimostrato una migliorata efficienza investigativa da parte degli organi dello Stato".(ANSA).
Fonte: Ansa
"Invece, in quella occasione, l´ottimo lavoro investigativo e il fattivo apporto dei collaboratori di giustizia, consentì di concludere il processo con un numero enorme di condanne. - aggiunge - Ma il maxiprocesso, oltre ad essere stato un punto di svolta, ha costituito un punto di riferimento, per le prove utili acquisite in quel contesto. Faccio un esempio: recentemente, in una indagine che ha portato all´arresto dei componenti di un gruppo mafioso particolarmente agguerrito a Palermo, sia gli investigatori che i sostituti, i magistrati del mio ufficio, sono andati a consultare una serie di dati emersi durante il maxiprocesso, per verificarne, con successo, la valenza nell´attualità; e questo dimostra che il lavoro compiuto in quella occasione fu davvero immenso, e sarà utile anche per le indagini a venire". "Tra l´altro - ha sottolineato - la stessa definizione di Cosa Nostra, si deve alle prime dichiarazioni di Tommaso Buscetta, che in un verbale giudiziario, rivelò al giudice Falcone che ogni tema che riguardasse la Mafia, era appunto denominato "Cosa Nostra".
D´altronde, la forza della mafia si basa su regole che vengono sempre rispettate, e quindi sotto questo punto di vista potremmo affermare che i metodi, i sistemi, le logiche mafiose, di Cosa Nostra, siano rimaste immutate, cosi come quel processo le aveva evidenziate e portate alla luce". "Ma non si può negare - ha aggiunto Lo Voi - che le indagini svolte soprattutto dopo le stragi del 92 e del 93, abbiano depotenziato un po´ Cosa Nostra, dal punto di vista militare, e abbiano dimostrato una migliorata efficienza investigativa da parte degli organi dello Stato".(ANSA).
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