Certo, non piace a tutti. Ed oltre la Manica, l'ironia feroce dei detrattori, guarda caso tutti o quasi di sesso maschile, si è concentrata sul fatto che in Scozia tutti portano la gonna e che quindi prima o poi una legge del genere avrebbe dovuto attecchire sul suolo scozzese. Ma si tratta di pochi detrattori rispetto ai plausi che hanno accompagnato l'entrata in vigore in Scozia di una nuova legge che si pone come fondamentale obiettivo quello di contrastare con forza la violenza psicologica, quella più subdola, quella che spesso colpisce, all'interno delle pareti familiari, uno dei partners, quello più debole.
Una legge - quella che è entrata in vigore - che colpisce con pene esemplari i comportamenti coercitivi e di controllo di un membro della famiglia. Con una addenda importante, che se le vittime sono minori le pene sono aumentate. La legge colma un vuoto storico, probabilmente anche culturale. Infatti, fino a ieri la legge sanzionava gli abusi, ma soltanto quelli di natura fisica. Invece, lo Ius superveniens, li sanziona tutti, e quelli psicologici in misura forse ancora più severa, colpendo i responsabili con pene detentive che possono arrivare ai 14 anni di carcere. Più o meno, quanto in Italia in alcuni casi e al netto delle attenuanti si è preso come condanna un omicida.
Secondo la nuova legge, è punibile chi rende dipendente o subordinato il partner, chi gli nega l'accesso a denaro o carte bancarie, chi lo isola da amici, familiari o altro supporto, chi regola o monitora le sue attività quotidiane, chi gli impedisce di avere un lavoro. Ma non solo. Costituisce reato anche spaventare, umiliare o punire un partner, o insultarlo regolarmente.
Il segretario alla Giustizia del governo di Scozia Humza Yousaf si è detta entusiasta: «La legge sull'abuso domestico rende assolutamente chiaro che il comportamento coercitivo e di controllo è un abuso e un crimine. Questo nuovo reato è un chiaro avvertimento per chi abusa che tutte le forme di abuso domestico sono criminali e che i perpetratori dovrebbero aspettarsi di affrontare le piene conseguenze del loro comportamento violento». Lei «spera che la nostra nuova e potente campagna di sensibilizzazione incoraggerà le vittime a riconoscere le proprie circostanze e a cercare sostegno con la certezza che la legge è dalla loro parte».