Di Rosalba Sblendorio su Sabato, 30 Gennaio 2021
Categoria: Deontologia forense: diritti e doveri degli avvocati

L'avvocato che svolge le funzioni di giudice onorario e il rispetto delle norme deontologiche forensi

L'avvocato che svolge anche le funzioni di giudice onorario deve rispettare le norme del codice deontologico forense, nonché quelle sull'incompatibilità. Questo sta a significare che l'Ordine professionale degli avvocati, nell'esercizio delle proprie attribuzioni di autoregolamentazione, considera l'avvocato chiamato a svolgere le suddette funzioni giudiziarie onorarie quale soggetto, oltre che obbligato a rispettare i doveri nascenti da tali compiti, anche obbligato a osservare le regole di deontologia della professione legale (Cass., n. 9216/2003, richiamata da Cass. civ., Sez. Un., n. 13456/2017);

I comportamenti scorretti dell'avvocato che svolge le funzioni di magistrato onorario

L'avvocato che svolge le funzioni di magistrato onorario se adotta comportamenti scorretti, nel corso dello svolgimento della professione forense, porrà in essere una condotta che va a incidere sulla valutazione complessiva dei comportamenti imputabili al magistrato onorario al di fuori dell'esercizio delle funzioni giudiziarie, così come per qualsiasi attività extragiudiziaria. Vale a dire che la commissione di fatti disdicevoli commessi nell'espletamento dell'attività forense sono presi in considerazione ai fini della valutazione della persistenza delle condizioni d'imparzialità e indipendenza che informano l'esercizio dell'attività giurisdizionale (Cass. civ., Sez. Un., n. 13456/2017, richiamata da Cons. Stato, n. 538/2021). 

L'avvocato che svolge le funzioni di giudice onorario e l'imperizia incolpevole

L'avvocato che svolge le funzioni di giudice onorario che pone in essere un comportamento omissivo o commissivo in violazione sia delle norme deontologiche forensi, sia di quelle sull'incompatibilità, non potrà essere scriminato, invocando l'imperizia incolpevole, trattandosi di professionista legale che come tale è tenuto a conoscere il sistema delle fonti e quindi in grado, quale operatore qualificato di conoscere e interpretare correttamente l'ordinamento giudiziario e forense. In punto, infatti, si fa rilevare che la "coscienza e volontà delle azioni o omissioni" consistono nel dominio anche solo potenziale dell'azione o omissione che possano essere impedite con uno sforzo del volere e siano quindi attribuibili alla volontà del soggetto. Il che fonda la presunzione di colpa per l'atto sconveniente o addirittura vietato a carico di chi lo abbia commesso, lasciando a costui l'onere di provare di aver agito senza colpa. Sicché l'agente resta scriminato solo se vi sia errore inevitabile, cioè non superabile con l'uso della normale diligenza, oppure se intervengano cause esterne che escludono l'attribuzione psichica della condotta al soggetto (Cass., n. 29736/2011, richiamata da Cass. civ., Sez. Un., n. 13456/2017).

L'avvocato che svolge le funzioni di giudice onorario e l'incompatibilità

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