Di Redazione su Martedì, 30 Luglio 2019
Categoria: Avvocatura, Ordini e Professioni

Io, giudice cacciato via perché mi opposi ad abusi sui bimbi. Video denuncia di Francesco Morcavallo, che ora fa l'avvocato

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 «Nel periodo 2009-2013 due giudici togati e il sottoscritto, allora giudice onorario, si adoperarono strenuamente per contrastare e denunciare le storture giudiziarie del Tribunale per i Minorenni di Bologna. Allontanamenti ingiustificati di minori in primis ma anche altri procedimenti o interventi ablativi della potestà genitoriale. Non solo subimmo procedimenti disciplinari ingiustificati poi cassati, ma veri e propri atti lesivi delle proprie funzioni. Fatti come quelli di Bibbiano non sono che un anello di procedimenti delittuosi e perversi». Un articolo apparso sul Resto del Carlino di ieri, 28 luglio 2019, cita una lunga lettera scritta del ferrarese Mauro Imparato, psicologo, neuropsicologo ed ex giudice onorario del tribunale dei minori e "scopre" il muro di silenzio sulla "guerra fratricida tra le mura del tribunale minorile di Bologna che, seppur antecedente e non collegata all'inchiesta Angeli e Demoni, le fa in un certo qual modo da 'sfondo' (con) l'oggetto del contendere (che) è proprio quello degli affidi".

Situazione paradossale, quella di un "tribunale dei minori, in quegli anni, diviso in due. Da una parte i giudici togati Francesco Morcavallo e Guido Stanzani e l'onorario Imparato. Dall'altra, tutti i restanti colleghi, guidati dall'allora presidente del tribunale Maurizio Millo". Secondo tale ricostruzione, i tre erano fautori di una linea 'morbida' e non appiattita sui servizi sociali: "Sostenevano insomma che bisognasse agire più rapidamente nella restituzione dei figli alla famiglia oppure non allontanarli affatto. Al contrario, la maggioranza dei magistrati, spiega Millo contattato dal Carlino, era «più prudente nell'accertare la situazione delle famiglie e la loro capacità di recupero»".

Il giudice togato Francesco Morcavallo aveva però denunciato per primo gravi abusi quali «affidamenti di bambini scarsamente motivati, provvedimenti provvisori prorogati all'infinito e l'appiattimento del tribunale sulle relazioni dei servizi sociali». Accuse che scivolano addosso a Millo, sicuro della correttezza del proprio operato. «Il Csm e l'Ispettorato – ha chiarito – non hanno trovato alcun elemento per dire che non svolgevamo il nostro compito in maniera corretta»

Lo aveva fatto pubblicamente, come in una puntata di Mattino Cinque del 2013 (video) e in altra dell'anno seguente, dalla quale è tratto il dialogo che riportiamo:

PANICUCCI : 11 anni senza riuscire a vedere la propria famiglia.. le casa-famiglia sono strutture protette, dove i bambini, presumo, possono incontrare delle persone o no?

MORCAVALLO: il problema è proprio quello. E' vero molte casa famiglia sono luoghi infernali, mal tenuti, mal gestiti, ma quello che manca veramente nella casa famiglia più che un giardino o quant'altro è la famiglia, la famiglia del minorenne, del bambino, dell'adolescente in cui ha il diritto di crescere. Undici anni senza vedere la famiglia è un qualcosa che non si spiega a livello normativo e costitutivo, ma sono anche undici anni in cui l'interessata la ragazza come avviene per molti altri minorenni non è stata sentita se non indirettamente e non in una condizione.

Panicucci: ma come è possibile in un paese civile possa succedere una cosa così? Come è possibile!

AVV. BERNARDINI DE PACE: E' possibile tanto che è avvenuto.. ancora adesso che è uscita una legge del 27 Novembre 2012 entrata in vigore nel 2013(..) c'è un diritto preciso, esplicito, categorico che il minore dev'essere ascoltato in tutte le situazioni che lo riguardano..ma nn lo fanno!E' tutta una questione di soldi!

Estratto dalla puntata di Mattino 5 del 28/01/2014.

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