Di Redazione su Sabato, 07 Marzo 2020
Categoria: Avvocatura, Ordini e Professioni

"Io, umiliato da un giudice". Un Avvocato racconta: "Costretto a dichiarare possibile contagio"

​ la mia, nostra dignità professionale di avvocati mortificata da alcuni giudici. È uno sfogo durissimo quello dell'avvocato Nicolò Rubino, del foro di Napoli, che l'altro ieri avrebbe dovuto trovarsi al Tribunale di Bologna per una udienza camerale di fronte al GIP, e che è stato costretto ad apprendere il giorno dopo dalla collega espressamente incaricata di dare atto della sua volontà di astenersi secondo l'invito appositamente diramato dall'Organismo Congressuale Forense, che non era stato possibile ottenere un rinvio di una udienza, peraltro delicatissima, se non mettendo a verbale, data l'indisponibilità del giudice, la possibilità che l'avvocato potesse essere entrato in contatto con altri contagiati. Un fatto, riteniamo, di una gravità estrema, che meriterebbe l'immediata sottoposizione di questo magistrato ad un procedimento disciplinare che ne verifichi la correttezza o meno della condotta. Ma anche un intervento deciso dell'Ordine degli Avvocati di Bologna e di Napoli a tutela dei propri iscritti. Ecco di seguito il testo del post del Collega, cui esprimiamo la solidarietà nostra e dei nostri lettori.

Stamattina avrei dovuto fare udienza camerale a Bologna dinnanzi al Gip. Andare a Bologna sarebbe stato un pericolo per me ma soprattutto per i miei colleghi bolognesi, considerando il fatto che i contagi per Covid 19 a Napoli hanno riguardato prevalentemente avvocati e magistrati.

Pertanto da persona responsabile, così come raccomandato nelle direttive ministeriali, ho aderito all'astensione nazionale inviando pec a cancelleria e collega, cui mi risulta esser pervenuta ed essere agli atti.
Anche la collega ha aderito all'astensione.
Stamani però vengo chiamato da quest'ultima che mi dice che alcuni giudici di Bologna non assecondano l'astensione.
In particolare quello con cui avrei dovuto fare udienza che dinnanzi alle doglianze della collega di controparte basate sul fatto che venissi da Napoli, sembra aver risposto che la cosa non interessa, stando al Tribunale di Bologna.
Alla fine, diversamente dalle altre udienze, ha rinviato la mia al 22 Maggio, non perchè ha assecondato la nostra adesione all'astensione nazionale, ma perchè ho fatto mettere a verbale, sempre tramite la collega di controparte (che ringrazio davvero per la solidarietà), che potrei esser entrato in contatto con i citati contagiati.
Insomma la mia dignità di Avvocato e cittadino sotto i piedi.
Mi domando e dico a questo punto, a cosa servono tutte queste prescrizioni, direttive, se poi alla fine chi le osserva viene pregiudicato nei suoi diritti fondamentali?
A cosa serve dire stiamo uniti, se ognuno fa come vuole? Infine non capisco come i magistrati, che comunque sono anch'essi cittadini, possano porsi in una posizione così antisociale, infischiandosene della salute pubblica e del sacrosanto diritto di difesa in un modo così arrogante.
E poi è sempre colpa di noi avvocati....