Di Redazione su Mercoledì, 13 Settembre 2017
Categoria: Leggi dello Stato

Intervista al Garante: "Il danno digitale sia insegnato alle elementari, legge cyberbullismo un passo in avanti"

Da cinque anni presidente dell´Autorità garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro ha visto aumentare nel tempo le richieste di intervento sulla Rete.
Presidente, in Rete aumentano le violazioni della privacy e i comportamenti sanzionabili?
"La società digitale è diventata ormai luogo di conflitto tra libertà e responsabilità".
Un conflitto da conseguenze drammatiche, come dimostra l´ultima vicenda nel Napoletano?
"Già, questo episodio è un altro esempio di cattivo uso della Rete, per la scarsa consapevolezza dello strumento che si usa. Molti, soprattutto tra i più giovani ma non solo, presumono che la dimensione digitale sia virtuale, che in Rete si giochi lontano dalla vita reale".
Video e frasi possono avere effetti psicologici devastanti.
"Sicuramente. Nel mondo virtuale cadono remore e vincoli psicologici. Si usa un linguaggio più violento, nell´illusione di vivere in un altro mondo fuori dalla realtà e che ci si possa proteggere dietro l´anonimato".
I danni in Rete sono rimovibili?
"Bisognerebbe far capire che il danno digitale è permanente, non si cancella e può raggiungere ogni parte del mondo. Purtroppo, è una consapevolezza che manca in gran parte degli utenti della Rete. Si può far rimuovere un post da un sito, ma prima che ciò avvenga c´è già stato un effetto moltiplicatore con riproduzioni, condivisioni, diffusioni in altri siti e su altri strumenti digitali".
Le norme penali sanzionano poco e male chi distrugge la reputazione altrui?
"I reati commessi on-line hanno lo stesso trattamento di quelli commessi off-line. L´interpretazione della fattispecie di volta in volta applicabile spetta al magistrato".
Le sanzioni penali applicabili sono risibili e i reati sottovalutati?
"La Rete viaggia a velocità che le norme non riescono a sostenere. L´effetto moltiplicatore, legato alla tecnologia, non può essere seguito, nella sua velocità, da meccanismi penali che hanno i loro tempi".
Bisogna arrendersi a uno strumento più forte di ogni possibile sanzione?
"Bisogna capire che spesso, nei casi di reati commessi on-line da minori in danno di altri minori, vittima e autore sono legati da una stessa fragilità e scarsa conoscenza dello strumento Rete. La legge sul cyberbullismo ha fatto i primi passi in avanti. È stato introdotto lo strumento dell´ammonimento, c´è una procedura specifica per ricorrere al Garante in tempi brevissimi".
I gestori della Rete rispettano le vostre richieste?
"Negli ultimi tempi, aumenta la responsabilizzazione dei grandi gestori della Rete più disposti a collaborare. Il problema resta invece con i piccoli siti e i gestori non identificabili. Questo conferma che la Rete è un´enorme prateria".
Come difendersi, allora?
"Sono sempre più convinto che la prima arma, per evitare conseguenze drammatiche come quelle vissute dalla povera Tiziana Cantone, sia una maggiore educazione all´uso della Rete. Dovrebbe essere una nuova forma di educazione civica, che famiglie e scuola dovrebbero insegnare".
Instagram è oggi uno dei social più utilizzati dai giovani: le storie che si distruggono in due giorni sono una tutela maggiore?
"I gestori hanno inventato canali di permanenza a tempo, con intento positivo. Il rischio di essere al centro di offese però resta. In quel lasso di tempo, la violazione può ugualmente raggiungere milioni di persone. È per questo che bisogna investire sull´educazione all´uso responsabile della Rete, come pure prevede la legge sul cyberbullismo, sia pure in forme ancora da valorizzare".
In che modo?
"Cominciando dalla prima elementare e in famiglia. Il gestore di una strada è responsabile della manutenzione dei semafori, ma la famiglia deve educare i figli su come attraversare la strada per evitare rischi. Così dovrebbe essere anche in Rete".
* Intervista ad Antonello Soro, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali
(Di Gigi Di Fiore, Il Mattino, 12 settembre 2017).