Di Redazione su Domenica, 22 Maggio 2022
Categoria: Avvocà, per ora grazie, storie sul palazzaccio, sul Foro e sull'amore (Giuseppe Caravita) - Diritto e Letteratura

Un avvocato? Molto meglio che un robot, qui c'è un cuore (da "Avvocà, per ora grazie")

Una delle prime vicende giuridiche che affrontai, come osservatore accanto a mio padre, è la lampante dimostrazione che nessun robot potrà mai sostituire la visione, fantastica, sognatrice e tecnica di un bravo avvocato.

Vennero a studio tre fratelli, parenti di un signore che avevano beatamente trascurato in vita, con particolare efficacia e direi quasi con accanimento negli anni più bui della vecchiaia profonda, che per questo signore coincisero con un età in cui oggi come oggi si può essere ancora considerati baldi giovanotti. Il vecchio, infatti, morì a 73 anni, accudito da una infermiera. Senza fare uno sbaglio, con molta attenzione e con l'aiuto di un notaio, il vecchio, di buone sostanze, lasciò un consistente legato alla infermiera ,e il resto ai tre parenti, ricomparsi miracolosamente ai funerali prima e all'apertura del testamento poi.

"Avvocato" disse con voce grave e baritonale il più anziano dei tre "Il nostro parente non ci stava più con la testa, il legato è nullo per la evidente infermità mentale", mentre gli altri due assentivano in silenzio, con cenni del capo e occhi compunti.

 Mio padre ascoltò, spiegò alcune cose, prese il mandato e cominciò a lavorare. Ma prima mi impartì una piccola lezioncina di psicologia: "Vedi, Giuseppe, da un punto di vista tecnico è probabile che i signori abbiano ragione. Anzi, diciamo pure che hanno ragione. Ma non basta avere ragione, occorre pure che qualcuno questa ragione te la dia. Ora, noi in primo grado andremo a dire a giovani giudici di 30/40 anni che i il signor X si era invaghito di una infermiera di gran lunga più giovane, che la riconoscenza non c'entrava nulla, e che questo era chiaro segno di disagio mentale. E i giovani giudici ci daranno ragione. Poi andremo in appello, e ripeteremo le stesse cose a giudici tra i 50 e 60 anni. E qualcuno comincerà a innervosirsi. Perderemo o vinceremo, non ha importanza, perché finiremo in Cassazione, e lì dovremo spiegare a signori di settanta anni che a settanta anni i sentimenti sono proibiti, anche se si fanno le cose in regola. Hai voluto ringraziare chi ti ha tenuto per mano sino al supremo respiro? Sei rimbambito. E lì, secondo me, prenderemo una bastonata sui denti!

 Io non vi dico come andò a finire. Ognuno se la costruisca come vuole, la fine di questa storia.

Ma la morale è una sola. Gli avvocati, quelli veri, avranno sempre una visione del futuro che i computer non potranno avere, perchè nessun algoritmo sarà in grado di leggere nei cuori e nei cervelli della gente.

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