"Il Parlamento ci ha chiesto di esprimerci e noi lo abbiamo fatto, con valutazioni tecniche ma anche critiche''. L'Anm, inoltre, ''ha l'obbligo anche di esprimersi in termini critici'', ed è un "preciso dovere, al quale adempiamo con grande senso istituzionale, a maggior ragione perché la richiesta ci proviene dal Parlamento, che fa le leggi che noi applichiamo''. Sono parole del presidente dell'Associazione nazionale magistrati, che ha poco fa replicato a chi ha accusato l'Anm di ingerirsi nelle scelte politiche.
''Il messaggio che si deve veicolare è che se succede un fatto che potrebbe rientrare in un'ipotesi di legittima difesa le indagini vanno fatte, un procedimento penale si deve sempre aprire per non lasciare alcuna zona d'ombra a tutela di tutti, dell'aggredito e dell'aggressore. Non lo diciamo noi, ce lo impongono le leggi e prima ancora la Costituzione" ha aggiunto il presidente Anm, Francesco Minisci.
'Non siamo sovrapposti alla politica ma non intendiamo neanche contrapporci alla politica, ed è per questo che cercheremo sempre la via del dialogo e del confronto, fedeli ai valori costituzionali che vogliamo gelosamente difendere''. L'Anm, ha detto Minisci, ''ha un unico fine, migliorare il sistema giudiziario'' e quando interviene è ''perché il governo e il Parlamento lo chiedono''.
Tra le critiche che erano state rivolte all'intervento dell'associazione dei magistrati, quella di Giulia Bongiorno, avvocato e Ministro della Pubblica Amministrazione: "Sono stupita che ci siano delle correnti della magistratura che esprimono giudizi sulla scelta di fare o non fare una legge. Si può entrare nel merito ma spetta al Parlamento decidere se si deve o non si deve fare una legge", aveva detto intervistata da Maria Latella su Sky TG24.