Di Redazione su Giovedì, 21 Dicembre 2017
Categoria: Avvocatura, Ordini e Professioni

I diritti delle donne avvocato ante e post partum alla luce della proposta Di Girolamo

Si è fatto un gran parlare, in questi giorni, dell´emendamento proposto alla legge di bilancio dalla deputata Nunzia Di Grolamo, diretto ad introdurre una causa di legittimo impedimento per gli avvocati in gravidanza, che avranno diritto ad un rinvio ope legis delle udienze civili, penali, amministrative e tributarie.
Diciamo subito che l´emendamento, benché abbia ricevuto il favorevole apprezzamento delle commissioni parlamentari, non è ancora stato trasformato in legge, anche se è molto probabile che ciò avvenga in quanto tutte le formazioni politiche hanno espresso il convincimento che nei casi come quelli in questione, delegare semplicemente al giudice la decisione in ordine all´opportunità di un rinvio presenta delle gravi lacune che, d´altra parte, anche delle settimane scorse hanno condotto ha degli episodi, ripresi dall´opinione pubblica, che hanno causato profondo sconcerto, soprattutto tra gli operatori della giustizia. Si tratta pertanto della opportunità di riformare, sul punto, una disposizione carente, non tanto a vantaggio delle professioniste ma dei loro assistiti.
Ma cosa dice, esattamente, la norma e quali saranno, esattamente, i diritti spettanti agli avvocati in gravidanza qualora l´emendamento diventasse legge dello Stato? Cerchiamo Dunque di capire meglio.
Il primo è fondamentale diritto è quello ad un congedo obbligatorio per legge. Esattamente come avviene nel caso di impiego pubblico e privato, nei due mesi precedenti il parto e nei tre mesi successivi, anche l´avvocato che sia in dolce attesa o che abbia dato alla luce un bambino sarà tenuta ad avvalersi di tale periodo. Si tratta di un obbligo e non di una facoltà.
Ugualmente, anche il dover procedere all´allattamento o all´assistenza del piccolo nei suoi tre anni di vita nel caso di sua malattia, dà titolo alla beneficiario per chiedere il legittimo impedimento.
Ma non finisce qui. Infatti, tutti gli uffici della giustizia, partendo ovviamente dalle cancellerie civili e penali ma anche amministrative e tributarie dovranno predisporre, nell´ambito di alcuni principi cornice, delle idonee misure atte a favorire l´accesso e l´agibilità dei predetti uffici agli avvocati in stato di gravidanza, anche rimodulando gli orari di accesso e di permanenza e protraendoli oltre quelli ordinari.
Negli orari ordinari, invece, agli avvocati in gravidanza sarà riconosciuta una sorta di corsia preferenziale, con un diritto di precedenza nei confronti dei colleghi e delle colleghe.
Per quanto attiene alle modalità di esercizio del diritto, coloro che intenderanno, dopo l´entrata in vigore della legge, avvalersene, dovranno porre in essere una adeguata informativa alle controparti e all´autorità giudiziaria adita, in modo da
consentire alle prima e alla seconda di poter programmare meglio la propria attività e di meglio garantire i diritti degli assistiti. Si tratta di oneri informativi che andranno esercitati con congruo anticipo, ma che, nei casi imprevedibili di urgenza, potranno essere dimostrati anche alcuni giorni più tardi, sempre però con adeguata documentazione medica.
Fin qui l´emendamento, che tuttavia non equipara ancora del tutto la posizione degli avvocati in gravidanza a quella delle lavoratrici subordinate del pubblico e del privato. Rimangono, infatti, molteplici aspetti che non sono adeguatamente coperti dalla proposta emendativa, Ma che potranno esserlo nell´immediato futuro.
Ovviamente, rimangono intatte alcune preoccupazioni in ordine alle conseguenze a cui si potrebbe andare incontro, in mancanza di idonee contromisure, in un paese in cui la lentezza della giustizia, soprattutto di quella penale, conduce alla prescrizione di un altissimo numero di reati, anche connotati da una certa gravità.