Di Redazione su Venerdì, 21 Giugno 2019
Categoria: Avvocatura, Ordini e Professioni

"Ho ricevuto più di quanto abbia dato, grazie!" Il post su fb dell'avvocato Ciraolo: "Così ho servito nel Coa"

Un avvocato del foro di Messina, Vincenzo Ciraolo, membro del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati della città dello Stretto dal 2000, ha sentito il bisogno, con un post nella propria bacheca facebook, di ringraziare, al termine della propria esperienza, i Colleghi ed anche i familiari, la moglie in particolare, per l'affetto, l'amicizia e la pazienza che, dice, mi sono state donate, in questi anni in cui ho ricevuto più di quanto io sia stato capace di dare. Non conosciamo, direttamente, questo collega ma pubblichiamo questo post che è  è stato molto apprezzato da amici e colleghi dell'avvocato, ed è pervenuto in redazione quasi per caso. Lo pubblichiamo perché rappresenta un esempio del modo un il quale un avvocato dovrebbe interpretare un mandato forense. Un incarico temporaneo e posto in essere nell'interesse dei colleghi. In pratica molto lontana da quella voracità ed attaccamento alle poltrone che, purtroppo, ci capita spesso di vedere in esponenti, anche di primo piano, dell'avvocatura italiana. Come a avviamente dimostrato tutto il dibattito immediatamente precedente al deposito della sentenza della Corte Costituzionale sul doppio mandato.  una sentenza che, invece, il Collega ha richiamato nel modo corretto. Complimenti avvocato Ciraulo e ad maiora!

 Carissime Colleghe, carissimi Colleghi, Amici tutti

com'è noto, è scaduto il mandato consiliare quadriennale e, dando seguito all'impegno assunto, in esito alla pronuncia della Consulta non sarò candidato alle elezioni per il rinnovo del nostro Consiglio dell'Ordine.

Ho avuto l'onore e il privilegio di essere eletto nel mese di febbraio del 2000 e, prescindendo dalle cariche ricoperte, dopo averne varcato la soglia, ho sempre agito nella convinzione che il mandato, che mi era stato affidato dall'Avvocatura messinese, non potesse limitarsi allo svolgimento asettico delle deleghe di volta in volta assunte, ma che fare - ed essere - Consigliere dovesse connotarsi per altro: presenza costante, disponibilità quotidiana, capacità di ascolto, vicinanza a tutti i Colleghi - soprattutto ai più giovani-, impegno e trasparenza nei comportamenti, sincerità, partecipazione a tutte le attività consiliari, sostegno alle componenti associative, legittimazione del nostro Ordine tra tutte le componenti della società civile, interlocuzione con le istituzioni cittadine e visibilità della nostra Avvocatura nel contesto nazionale delle istituzioni forensi.

Ho cercato di impegnarmi e di fare tutto questo, sempre, con il sorriso sulle labbra. Non sono io a poter giudicare quello che ho fatto e a stabilire se sono stato all'altezza delle responsabilità che mi sono state affidate ma, se devo tirare le conclusioni di questo bellissimo percorso, e pensare a ciò che più mi ha scaldato il cuore, voglio dire che nel corso di questi anni ho avuto il grande orgoglio di riscuotere la stima e l'affetto di tantissimi Colleghi, di avere conosciuto e di essere, poi, divenuto amico di molti di Voi.

Affetto, e Amicizia, che ho sentito sulla mia pelle ogni giorno, e che mi fanno dimenticare le pochissime delusioni avute proprio da chi non mi aspettavo. Per i sentimenti che mi sono stati donati, Vi ringrazio con immensa gratitudine, nella sincera consapevolezza di AVERE RICEVUTO MOLTO PIU' DI QUANTO NON SIA RIUSCITO A DARE.

Desidero, infine, ringraziare mia moglie e mia figlia, che sono state sempre al mio fianco; a loro devo le mie scuse, per il tanto tempo sottratto. Un caro abbraccio e grazie di cuore a tutti.

Vincenzo