Un anno e quattro mesi di reclusione, pena sospesa, per oltraggio a giudice durante l'udienza. È questa la decisione assunta dal Tribunale di Macerata in esito al procedimento penale che ha visto come imputato l'avvocato Federico Valori, del Foro di Macerata, per i fatti occorsi nell'ambito di un giudizio tenutosi presso l'ufficio del giudice di pace di Macerata.
Non conosciamo gli atti, né il processo, e riguardo la ricostruzione dei fatti non disponiamo di altre dichiarazioni se non quelle del collega sottoposto a procedimento penale, che peraltro non sappiamo se si sia rivolto, a propria tutela, al Consiglio dell'Ordine o ad altri organismi. Inoltre, abbiamo rispetto per le decisioni della magistratura, che quando non siano condivise, possono essere impugnate, oltre che, ovviamente, per il giudice di pace coinvolto, che, ricordiamolo, secondo i giudici del Tribunale de L'aquila, è stato oltraggiato dal legale, non a caso condannato anche al risarcimento dei danni in favore del primo, quantificati in €5000.
Ci pare in ogni caso opportuno, trattandosi di un fatto inedito, e, in ogni caso, di estrema gravità, riportare in prosieguo le dichiarazioni e le ricostruzioni di cui disponiamo, riservandoci ovviamente di pubblicare il testo della sentenza di condanna se disponibile, e di dar voce alle difese della parte offesa, sempre e qualora pervenissero alla redazione.
"Stavo difendendo una cliente, e ho fatto quando mi è stato insegnato da mio padre quando si sente un testimone e il giudice fa una verbalizzazione sintetica", ha affermato, subito dopo la condanna, l'avvocato Valori a Cronache maceratesi, il quotidiano on-line che, per primo, ha dato ieri la notizia.
Il procedimento nel quale sono avvenuti i fatti che hanno dato, poi, origine al procedimento penale a carico dell'avvocato era in corso presso il giudice di pace di Macerata, che stava procedendo all'audizione della parte offesa. È stato a quel punto che l'avvocato Valori, sbottando, ha apertamente detto al giudice Maria Carmina La Iacona, secondo quanto riferito dalla stessa testata online maceratese, che essa non stava facendo il proprio dovere, in quanto ometteva di verbalizzare quando il testimone andava dicendo, e ciò proprio a causa della verbalizzazione eccessivamente sintetica.
L'avvocato ha risolutamente smentito che, con una successiva espressione che secondo l'accusa egli avrebbe profferito nel corso dell'udienza, rivolgendosi al giudice, con tale condotta il giudice di pace "stesse proteggendo il testimone". L'avvocato, invece, sostiene, che le proprie espressioni siano state travisate, essendo indubbio, a suo parere, che le dichiarazioni della parte offesa, assunte in modo eccessivamente sintetico, avrebbero finito per penalizzare la propria cliente, e ciò in quanto il contenuto integrale della deposizione avrebbe consentito di porre in luce quelle che, a parere del legale, erano evidenti contraddizioni che invece non potevano risultare dalla ricostruzione sintetica.
"È stato mio padre, avvocato e mio maestro, ad insegnarmi che l'avvocato ha sempre il preciso dovere di verificare il contenuto delle trascrizioni sintetiche", ed è esattamente questo - ha sostanzialmente affermato alla stampa - ciò che io ho fatto, nel momento in cui ho udito riferire alla parte offesa alcune espressioni a mio giudizio non corrispondenti al vero che avrebbero potuto pregiudicare gli interessi della parte da me rappresentata. Per questo, ho immediatamente chiesto al giudice di pace la lettura delle dichiarazioni riportate, ed il giudice, per tre volte, ha risposto ai miei rilievi evidenziando puramente è semplicemente che, nel caso di specie, si trattava di trascrizione sintetica, disponendo la sospensione del procedimento. "È stato a questo punto che mi sono rivolto al giudice dicendole chiaramente che non stava così facendo correttamente il proprio dovere".
L'avvocato Valori, che era difeso dal presidente della camera penale de L'Aquila Gianluca Totani, ha comunque annunciato che proporre appello, criticando una sentenza a proprio parere errata in quanto, ha riferito alla stampa, nella fattispecie non può sussistere alcun oltraggio in quanto i fatti non sono accaduti nell'adempimento del dovere di difesa, che discende direttamente dall'articolo 24 della Costituzione. Un appello nell'ambito del quale, quasi certamente, Si costituirà anche la parte vittoriosa, assistita nel processo di primo grado, dall'avvocato Patrizia Palmieri.
Al di là della specifica vicenda processuale, quanto accaduto ripropone all'attenzione dell'avvocatura, ma probabilmente anche dello stesso legislatore, un evidente limite normativo proprio a proposito delle trascrizioni sintetiche nell'ambito dei procedimenti, che, come ogni avvocato sa bene, potrebbero distorcere, se non addirittura mutare in profondità, l'accertamento giudiziale dei fatti.
Proprio per questo motivo, d'altronde, negli ultimi anni si sono affacciate proposte legislative di rivisitazione delle disposizioni codicistiche sia penali che civili, per garantire al processo, in maniera piena, quel grado di certezza e di attendibilità nella formazione della prova che risulta, ictu oculi, determinante, ai fini della giustezza del processo.
Proprio con riferimento alla tematica qui in trattazione, quella della verbalizzazione sintetica, un'associazione forense, il Movimento forense di Brescia, alcuni anni addietro ha proposto, nell'ambito del processo civile, ma, del tutto analogamente, la proposta conserverebbe il proprio meritorio impatto anche nel caso del processo penale, nel quale sono in gioco fondamentali valori costituzionali a partire dalla libertà della persona umana, un adeguamento normativo al fine di pervenire ad "una disciplina uniforme del processo verbale d'udienza, che raccolga e contemperi le esigenze di certezza e speditezza del momento processuale con quelle del pieno diritto di difesa, la cui tutela è affidata al difensore. E che, altresì, tenga in considerazione le reali dotazioni strumentali ed organiche dei Tribunali d'Italia".