(ANSA) - ROMA, 31 GEN - "I giornalisti non sono bersagli da colpire con insinuazioni, dileggi, accuse gratuite e strumentali. Sono professionisti, svolgono una delicata funzione di pubblico interesse e per questo meritano rispetto e protezione. Eppure gli attacchi strumentali ai giornalisti, alcuni molto gravi e condizionanti, sono frequenti, come mostrano gli impressionanti dati di Ossigeno per l´Informazione: 528 intimidazioni nel 2015 e altre 32 nel primo mese del 2016.
Questo fenomeno è preoccupante e non può lasciare indifferenti.
Ed è allarmante ciò che è avvenuto a Roma il 29 gennaio e nei giorni precedenti". E´ quanto si legge in una nota congiunta firmata da Ossigeno informazione, Fnsi e Ordine dei giornalisti.
"Durante le udienze di "Mafia Capitale" e di altri processi di mafia, il difensore - si legge nel comunicato - di uno dei principali imputati di associazione mafiosa ha deliberatamente e ripetutamente rivolto espressioni offensive e insinuazioni gratuite al giornalista Lirio Abbate, il quale, fra l´altro, non ha alcuna veste processuale. Il legale rivendica il diritto di insultarlo, di mettere in dubbio con sarcasmo la sua correttezza, di deridere i suoi meriti professionali universalmente riconosciuti. Ciò è inaccettabile. "Le critiche sono lecite, ma nessuno, per nessuna ragione, può mancare di rispetto a chi fa bene il proprio lavoro. Lirio Abbate ha fatto conoscere per primo, prima ancora che lo facesse la magistratura, come appare il quadro del potere criminale nella capitale e alcuni fatti di cui i processi in corso si occupano per accertare colpe e responsabilità. Questo è un merito, non una colpa. Com´è dovere di ogni giornalista, ha raccolto informazioni vere, che non erano evidenti e che non sono state smentite. Lo ha fatto nell´interesse pubblico, con perizia e rischio personale, esercitando il diritto di cronaca e di critica sancito dalla Costituzione. Merita i premi, i riconoscimenti, le onorificenze che gli sono stati assegnati.
Non merita di essere pubblicamente deriso, dileggiato, denigrato in modo strumentale, offensivo e intimidatorio. Richiamiamo perciò l´attenzione delle istituzioni e degli organi costituzionali sugli attacchi che gli vengono rivolti e facciamo appello al Presidente del Tribunale di Roma, al Procuratore della Repubblica, al Presidente dell´Ordine degli avvocati affinché adoperino la loro autorevole influenza per impedire che all´interno dei processi si delegittimi il difficile compito di questo valoroso giornalista e degli altri che, come lui, forniscono ai cittadini elementi di conoscenza su fatti di evidente interesse pubblico. Invitiamo le parti processuali a rispettare e tutelare questi giornalisti e tutti coloro che, come loro, cercano la verità e diffondono informazioni nell´interesse dei cittadini. La libertà di informazione è un diritto fondamentale. Il diritto di espressione non è meno importante del diritto di difesa. Deve essere tutelato con altrettanto scrupolo e attenzione. Testimonieremo queste convinzioni assistendo alle prossime udienza del processo "Mafia capitale". (ANSA).
Fonte: Ansa
Questo fenomeno è preoccupante e non può lasciare indifferenti.
Ed è allarmante ciò che è avvenuto a Roma il 29 gennaio e nei giorni precedenti". E´ quanto si legge in una nota congiunta firmata da Ossigeno informazione, Fnsi e Ordine dei giornalisti.
"Durante le udienze di "Mafia Capitale" e di altri processi di mafia, il difensore - si legge nel comunicato - di uno dei principali imputati di associazione mafiosa ha deliberatamente e ripetutamente rivolto espressioni offensive e insinuazioni gratuite al giornalista Lirio Abbate, il quale, fra l´altro, non ha alcuna veste processuale. Il legale rivendica il diritto di insultarlo, di mettere in dubbio con sarcasmo la sua correttezza, di deridere i suoi meriti professionali universalmente riconosciuti. Ciò è inaccettabile. "Le critiche sono lecite, ma nessuno, per nessuna ragione, può mancare di rispetto a chi fa bene il proprio lavoro. Lirio Abbate ha fatto conoscere per primo, prima ancora che lo facesse la magistratura, come appare il quadro del potere criminale nella capitale e alcuni fatti di cui i processi in corso si occupano per accertare colpe e responsabilità. Questo è un merito, non una colpa. Com´è dovere di ogni giornalista, ha raccolto informazioni vere, che non erano evidenti e che non sono state smentite. Lo ha fatto nell´interesse pubblico, con perizia e rischio personale, esercitando il diritto di cronaca e di critica sancito dalla Costituzione. Merita i premi, i riconoscimenti, le onorificenze che gli sono stati assegnati.
Non merita di essere pubblicamente deriso, dileggiato, denigrato in modo strumentale, offensivo e intimidatorio. Richiamiamo perciò l´attenzione delle istituzioni e degli organi costituzionali sugli attacchi che gli vengono rivolti e facciamo appello al Presidente del Tribunale di Roma, al Procuratore della Repubblica, al Presidente dell´Ordine degli avvocati affinché adoperino la loro autorevole influenza per impedire che all´interno dei processi si delegittimi il difficile compito di questo valoroso giornalista e degli altri che, come lui, forniscono ai cittadini elementi di conoscenza su fatti di evidente interesse pubblico. Invitiamo le parti processuali a rispettare e tutelare questi giornalisti e tutti coloro che, come loro, cercano la verità e diffondono informazioni nell´interesse dei cittadini. La libertà di informazione è un diritto fondamentale. Il diritto di espressione non è meno importante del diritto di difesa. Deve essere tutelato con altrettanto scrupolo e attenzione. Testimonieremo queste convinzioni assistendo alle prossime udienza del processo "Mafia capitale". (ANSA).
Fonte: Ansa