Di Redazione su Domenica, 05 Novembre 2017
Categoria: Avvocatura, Ordini e Professioni

Gianluca, l´avvocato infedele che inventava le sentenze

È quasi Natale, 22 dicembre 2006. Ore 17,05. In un villetta di frazione Gerbido 31 a Rubiana, provincia di Torino, Loris Caratide, 37 anni, armeggia una pistola Beretta e si aggira per casa con passo nervoso. Ha avuto da poco un´accesa discussione con il padre e minaccia di farla finita. È depresso – si dice in paese -, non ha mai superato la morte della mamma, avvenuta alcuni anni prima.
LA STORIA
La sua compagna Claudia Germano, 35 anni, all´epoca collaboratrice scolastica, cerca di dissuaderlo. Si getta addosso a lui per fermarlo. Dalla pistola partono due colpi: uno le trapassa la coscia sinistra, l´altro l´addome. Forse, Loris crede di averla uccisa. Si porta la pistola alla tempia e preme il grilletto.
Lui muore, lei finisce in terapia intensiva all´ospedale di Rivoli. Due anni dopo, al termine di un lungo ricovero e una ancora più complicata riabilitazione psico-fisica, Claudia decide di intentare una causa civile per ottenere il riconoscimento del danno dalla famiglia dell´ex compagno. La mamma lavora in tribunale e conosce di vista un giovane legale «simpatico e cordiale» che spesso vedeva in cancelleria, al lavoro. Si chiama Gianluca B., studio a Torino e folta parlantina.
Sei anni dopo, mamma e figlia scoprono che quella causa non è mai stata avviata. Intanto, A Claudia, è stato riconosciuto il 62% di invalidità permanente, hanno pagato all´avvocato «2 mila euro sempre in contanti». Il tempo per chiedere e ottenere quel risarcimento è passato. Non può più rivalersi.
Questo è soltanto uno dei 26 capi di imputazione che il pm Antonio Smeriglio contesta al legale torinese con studio a Chieri. Le accuse nell´avviso di chiusura indagini sono queste: truffa e patrocinio infedele. Da provare - ovviamente - in giudizio.
GLI AVVOCATI
Il 17 maggio scorso l´Ordine degli avvocati ha deciso la sua sospensione cautelare. Claudia Germano e sua mamma Delfina Gianotti hanno chiesto aiuto all´avvocato Antonio Genovese e presentato una denuncia. Stanno valutando la costituzione di parte civile per esigere una riparazione del danno subìto.
Il pubblico ministero le ha già sentite nell´ambito delle indagini preliminari. Hanno confermato tutto. E cioè, che dal 2008 al 2014 si sono fidate dell´avvocato Gianluca B: «Ci inviava documenti che attestavano fissazioni di udienza false. Una volta ci ha addirittura intimato di aprire un conto corrente in banca. Nel foglio che conserviamo – raccontano – ci annunciava che sarebbero stati accreditati 496 mila euro a titolo di ristorazione del danno fisico e psicologico».
Nel 2008, «i tempi utili per intentare la causa civile c´erano ancora» chiosa il loro legale Genovese. Oggi non più.
Come e quando poi abbiano scoperto che nessuna causa era stata avviata per risarcire il danno di quel giorno drammatico è presto detto. «Il 20 novembre del 2014 – racconta Claudia -, insospettita dai continui rinvii che ci venivano comunicati sono andata in Tribunale. Ho chiesto notizie del fascicolo, mi hanno detto che non esisteva traccia di alcunché». La madre si è presentata addirittura dal giudice indicato nelle false comunicazioni legali: «Mi sono vergognata ma ho bussato alla sua porta chiedendo lumi. Mi ha risposto: non ricordo nulla di simile signora, mi spiace».
Nella foto: Delfina Gianotti che ha presentato denuncia per truffa


Fonte: La Stampa, 5/11/2017