Di Redazione su Lunedì, 22 Aprile 2019
Categoria: Avvocatura, Ordini e Professioni

"Ero uno così così, e in diritto privato erano abituati a bocciarmi". Renzo Arbore, avvocato mancato ma "il diritto mi appassiona"

Uno che studente di Giurisprudenza, men che mai avvicato, non te lo aspetti proprio. Eppure è così. Renzo Arbore studente lo è stato, e si è pure laureato in Giurisprudenza all'Università Federico II di Napoli nel 1963. Lui ha raccontato: "Ero uno studente tutt'altro che eccellente. Uno così così". Ed ancora: "Direi che ho allungato volutamente la mia permanenza all'università, a spese della mia famiglia, per godere delle amicizie napoletane: Roberto Murolo, Sergio Bruni, il circolo napoletano del jazz, i miei colleghi di Giurisprudenza. E poi Sorrento, Capri. L'università per noi provinciali è un meraviglioso regalo. Per i napoletani era ed è naturale stare a contatto con tutta quella cultura e quella bellezza. Ma per noi del profondo Sud, delle Puglie, della Calabria Saudita era un dono immenso".

Gli studi, però, "Sono stati utilissimi per la mia carriera. Mi hanno insegnato a ragionare in un certo modo, mi hanno forgiato. Sbaglia chi pensa che siano materie aride. Grazie alla mia formazione giuridica ho sempre avuto il culto della giustizia, che insieme alla libertà è il valore fondamentale della vita".

"La mia passione è soprattutto il diritto costituzionale. Ancora oggi mi appassiono a discutere con gli amici i casi giuridici, e non risparmio citazioni latine. Magari da studenti non gli si dà importanza, ma quegli studi ti insegnano a ragionare, ti infondono il rispetto gli altri e l'amore per la cultura". Così disse a La Repubblica prima di ricevere un premio conferito dalla Federico II ai suoi laureati illustri. E quanto ai suii professori: "Come si può dimenticare, per esempio, Antonio Guarino? Anni fa, proprio su "Repubblica Napoli", ricordai che mi aveva bocciato in Diritto privato per ben due volte. E lui molto carinamente rispose, sulle stesse pagine, che così facendo aveva comunque contribuito alla brillante carriera di un uomo di spettacolo. E come dimenticare Francesco De Martino, grande giurista e grande socialista? E Alfonso Tesauro?".