«Sapete don Andrea, il mio petto ora è gonfio d'orgoglio». Sono parole, riportate dal Corsera, di Luigi, 84 anni, padre del maresciallo Vincenzo Di Gennaro, pochi attimi dopo aver parlato al telefono con il comandante generale dell'Arma. Giovanni Nistri. «Sono orgoglioso perché mio figlio Vincenzo è morto sul campo, facendo il suo dovere. Lui era amatissimo a Cagnano Varano, in tanti gli volevano bene. Adesso, però, caro don Andrea, si è fatto tardi, mi devo ritirare. Passi da me nei prossimi giorni. Voglio ricevere l'unzione degli infermi. Sapete, già soffro di cuore e dopo la morte di mia moglie e adesso pure di mio figlio, è diventato un dolore troppo grande da sopportare. E io voglio morire in pace».
A poco a poco, dopo il dolore che è seguito alla cronaca della sua incomprensibile morte, cominciano ad affacciarsi brandelli di una vita vissuta all'insegna della dedizione al lavoro, della fedeltà ai principi, dell'attaccamento alla famiglia, ed anche dell'amore.
Il papà, contadino in pensione, umile come quasi tutti i genitori dei carabinieri, era rimasto solo, dopo la perdita della moglie e il trasferimento a Roma di un'altra figlia. Solo, ma non lasciato solo, perché il maresciallo andava spesso a trovarlo, approfittandone anche per abbracciare la fidanzata, Stefania Gualano.
Ecco l'altra dimensione che affiora, quella dell'amore e delle aspirazioni. Un amore, dei figli, una casa, una vita serena. Le aspirazioni c'erano tutte, pur tra mille difficoltà: la precarietà, uno stipendio di meno di duemila euro. Le difficoltà di tanti, anche se il maresciallo un primo ostacolo era riuscito a superarlo, l'acquisto di una casa, ancora da ristrutturare.
Le ultime, significative parole sono quelle del "suo" comandante, il capitano Carlo Venturini, che racconta: «Vincenzo era devoto alla sua famiglia, all'Arma, a Padre Pio e alla Juventus...».
«Si spendeva per gli altri. Era il confessore del paese. Una vecchietta di Cagnano Varano lo andava spesso a trovare perché diceva che di notte vedeva un fantasma e allora lui stava lì per intere mezz'ore a rassicurarla. In caserma, con Vincenzo, erano in nove, di cui tre carabinieri giovanissimi: a loro, si può dire, ha fatto da padre».