Di Redazione su Giovedì, 04 Aprile 2019
Categoria: Attualità

Edoardo Stoppa, il fratello degli animali: "La civiltà di un paese si vede dal modo con cui sono trattati"

Il suo nome, ormai estremamente popolare anche presso il grande pubblico, è Edoardo Stoppa. Ma per quasi tutti, il quasi cinquantenne inviato di Striscia la notizia, è il «fratello degli animali». Non solo perché vive con molti di essi ma perché la sua passione  il suo stesso ruolo all'interno di Striscia è quello di essere una sorta di difensore civico degli animali. Un inviato speciale chiamato ad occuparsi di tutte quelle situazioni,  in effetti molto numerose nonostante  l'ordinamento giuridico, soprattutto negli ultimi anni, abbia eretto delle barriere notevoli al maltrattamento, alla prevaricazione e all'illegalità. E lui è partito, è andato nei luoghi più disparati, e molto spesso ha corso dei rischi, insieme alla propria troupe. Perché quasi sempre  dietro il maltrattamento degli animali ci sono pregiudicati o anche organizzazioni criminali. Il Corriere della Sera lo ha intervistato: «È una definizione che soprattutto mi fa onore (quella di fratello degli animali ndr). Significa che la passione che metto nel lavoro e nella difesa degli esseri più indifesi in qualche modo traspare». Poi, però, è andato giù duro, con una denuncia secondo la quale l'ordinamento giuridico tutela solo formalmente gli animali perché molti territori rimangono off limits a partire dagli allevamenti intensivi e dalla pratica della vivisezione.

 «Io racconto di fatti conclamati, di violenze e di soprusi che sono riconosciuti tali dalla legge. Ma penso che anche negli allevamenti intensivi o nei laboratori in cui si fa vivisezione si violino i diritti degli animali. Ma non per la legge, purtroppo. Quello che avviene in quelle stalle e in quei laboratori è formalmente legale. Ecco, non vedo l'ora di poter raccontare che le leggi sono cambiate. Come diceva Gandhi, la civiltà di un Paese si vede dal modo in cui vengono trattati gli animali».